Da unti ad untori: lo strano caso del Napoli.
“A parti invertite saremmo partiti”.
Sono queste le parole di Andrea Agnelli, Presidente della Juventus, in risposta ad una domanda di Piccinini (poi rivelatasi scomoda, causa di balbuzie per il Presidente). Quindi in sostanza, se l’ASL della regione Piemonte avesse messo il gruppo squadra bianconero in isolamento fiduciario, la scelta della società sarebbe stata quella di partire lo stesso. Però il Presidente è irreprensibile ai microfoni di Sky, e per concludere nel migliore dei modi le sue dichiarazioni afferma che “Noi le regole le rispettiamo”: loro, quelli dei 39 scudetti sul campo e degli ‘Stron9er’ sparsi un po’ ovunque, ma questa è un’altra storia.
Si conclude così una giornata massacrante dal punto di vista giornalistico, ma noi cerchiamo di mettere un po’ d’ordine, partendo da principio.
Il Genoa sabato 26 settembre annuncia la positività al virus di un solo giocatore, Mattia Perin, dichiarando di procedere con ulteriori tamponi prima della partenza per Napoli: gli ultimi esami costringono anche Schone a restare a casa, rinunciando al match. Dopo la roboante vittoria del Napoli, il Genoa, tramite comunicato, fa sapere che la squadra è un vero e proprio focolaio: 19 positivi tra squadra e staff e numero destinato a crescere. Il Napoli è nel panico.
È notizia di questo venerdì la positività di Zielinski, sabato quella di Elmás. Ma le sorprese non sono ancora iniziate: il Napoli, esclusi i due, sono in procinto di partire alla volta di Torino, pronto per il big match di domenica sera. Verso le ore 19 di sabato però, un comunicato dell’ASL campana stabilisce che il gruppo squadra, coloro i quali sono entrati in stretto contratto con Zielinski, devono rispettare un isolamento fiduciario di 14 giorni. Conclusione: la squadra non parte per Torino e Aurelio De Laurentiis invia una Pec a Lega, Figc, Juventus e Giudice Sportivo elencando i motivi oggettivi per cui il gruppo non arriverà in Piemonte.
Si susseguono gli annunci. Prima la Juventus, che conferma, qualora ce ne fosse bisogno, la sua presenza per il match di domenica; poi la Lega, che garantisce il normale svolgimento della partita; poi il Cts, i ministri Spadafora e Speranza, che in corso sostengono la cosiddetta gerarchia delle fonti, secondo cui le decisioni in merito a contagi e quarantene spetta ad enti regionali e/o statali preposti, che non possono essere scavalcati da un protocollo di un ente privato.
Intanto il Napoli, come prevedibile, non si presenta al campo e alle 21.30 Doveri col triplice fischio decreta l’annullamento della partita, constatando la mancanza dell’avversario con conseguente sconfitta a tavolino. La palla dunque passerà al giudice sportivo, ma il Ministro dello Sport nella giornata di ieri ci ha fatto sapere che in questi giorni ci sarà una riunione tra Figc, Lega e Cts, dove verrà stabilito il primato dell’interesse in meriti di salute pubblica sopra qualsiasi altro interesse.
È difficile provare a immaginare la conclusione di questa storia. Il Napoli dal canto suo, coadiuvato dall’avvocato Grassani, ha attuato una strategia comunicativa che appare abbastanza chiara: fin dal primo positivo del gruppo (Piotr), la società ha annunciato che non avrebbe parlato a nessun microfono, limitandosi soltanto a smentire la pseudo positività di Mister Gattuso. Immaginiamo abbia tutti i legali a lavoro, convinto di vincere il ricorso, lavorando sotto traccia, lontano dai riflettori.
L’unico dubbio della società è dove portare la causa a questo punto: sceglierà il giudice sportivo, o la magistratura ordinaria (Tar).
C’è da dire, per dovere di cronaca, che Adl aveva cercato fin da subito una scorciatoia (legittima, sia chiaro) contattando, chiedendogli un accordo sul rinvio della gara, quello che credeva essere più che un collega, un amico, quell’Agnelli che in occasione della finale di Coppa Italia aveva distribuito le medaglie ai giocatori del Napoli, mostrando una bella immagine di sé.
A quanto pare in campionato i punti pesano, e il Presidente della Juve avrebbe risposto di voler rispettare le regole e attenersi al protocollo. Una risposta che è tutto un programma.
Noi continueremo a seguire gli sviluppi della vicenda con la curiosità che ci contraddistingue.
To be continued…
Luca Linardi