COSA SI RISCHIA SE LA FINALE DI COPPA ITALIA NON VIENE RIMANDATA…

Come è ormai già noto a tutti anche il calcio italiano è pronto a ripartire, e lo farà cominciando prima che dalla serie A, dalla competizione che forse meno ci si aspettava di vedere riprendere, ovvero dalla Coppa Italia, con le semifinali di ritorno che si disputeranno tra il 12 e il 14 giugno.

Ebbene, dopo una lunga serie di vicissitudini, tra chi a favore della ripartenza e chi invece no, si riparte.
Dunque, stadi senza tifosi, tamponi a tappeto per squadre e staff, e doverose misure di sicurezza.
Fin qui nulla da ridire, ma ciò quindi basterà a garantire che non ci saranno assembramenti di alcun tipo?

Zero rischi quindi? Beh, facendo un ragionamento che non va oltre l’apparenza la risposta è sì. Ma c’è da valutare una data in particolare, ovvero quella del 17 giugno.
Il 17 giugno è stata fissata la finale di Coppa Italia. Ma siamo sicuri che non è il caso di rimandare almeno la finale a un periodo più sereno, in modo da non rischiare di creare notevoli assembramenti? Sarebbe giusto dar vita ad eventuali festeggiamenti in strada proprio adesso? Proprio ora che siamo nella fase in cui l’unica misura di contenimento rimasta è quella del distanziamento sociale(?)
È difficile pensare che soprattutto in città dove la passione per il calcio è fortissima, come la nostra, non si possa essere pervasi dall’impulso di una forte voglia di scendere in piazza per festeggiare un eventuale trionfo.

Inoltre con i bar ed i pub, e con gli altri luoghi di ritrovo che hanno ormai riaperto, potrebbero molto plausibilmente crearsi numerosi assembramenti attorno agli stessi, poiché diventerebbero l’unica possibilità per guardare la partita in compagnia di qualcuno, non potendo ovviamente accedere agli impianti sportivi.

I tifosi Partenopei non hanno potuto godere a pieno della vittoria del trofeo l’ultima volta, certamente per motivi ben diversi. Ma restando questa la data, si rischia di provare di nuovo la terribile sensazione di quell’urlo strozzato in gola, che a nessun tifoso farebbe piacere provare.

Raffaele Accetta

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