Calcio&Politica-Le brigate veronesi
Calcio&Politica- Chi sono le brigate veronesi
Proseguiamo la nostra analisi socio-calcistica con la rubrica “Calcio&Politica“.
Quest’oggi ci spostiamo in Veneto, in particolare a Verona. Il tifo organizzato veronese è da sempre conosciuto per la sua, tutt’altro che moderata, ideologia politica.
Quando si parla della -Curva Sud Verona– infatti, non è affatto una novità vedere diversi drappi raffiguranti simboli nazi-fascisti.
Le Brigate Gialloblu
La tifoseria dell’Hellas negli anni si è fatta conoscere per diversi episodi, figli di un’ideologia fascista e xenofoba.
Tra i gruppi storici veronesi del tifo organizzato locale, si collocano le “Brigate Gialloblu”.
Quest’ultime, fondate nel 1971, “fanno il verso” a quelle nere di Benito Mussolini.
Episodi salienti
Il gruppo costituito dalle “brigate” non è l’unico ad essersi reso protagonista di diversi episodi da parte dei veronesi.
Tra i vari, c’è un gruppo chiamato “Banda Loma“, avente come leader Alberto Lomastro, indagato e poi assolto.

Nel 1996, dalla curva fu fatto pendere a mo’ di impiccagione un manichino nero, come simbolo di protesta nei confronti della società, che voleva acquistare un giocatore di origine africana.
Il leader di “Banda Lama”, è stato non a caso indagato assieme a Yari Chiavenato, personaggio politico di “Forza Nuova”, che poi finirà nelle liste di “Lega Nord”.
Nel 2011, in una partita contro il Livorno, i tifosi dell’Hellas Verona animano lo stadio, dando vita ad uno show tutto fascista, caratterizzato da cori, striscioni, saluti romani e insulti di ogni tipo.
Le varie accuse fanno capo alla violazione della Legge Mancino sulla discriminazione e violenza razziale. Ma vengono tutti assolti: il fatto non costituisce reato.
La motivazione? Dunque lo stadio non è un luogo dove si fa propaganda politica. Anche se c’è da aggiungere che in certe realtà lo diventa eccome.
Altri gruppi coinvolti sono: “Verona front” e “Gioventù scaligera”, tutte tifoserie storicamente collegate con i bonehead inglesi del Chelsea.
Siamo giunti al termine di quest’articolo, non ci resta che darci appuntamento al prossimo, con un’altra realtà da raccontare.