Calcio e Videogames, due mondi complementari

Il passaggio da un’epoca “tradizionale”, ad una digitale, ha sancito dei cambiamenti che hanno coinvolto anche lo sport. Due periodi storici che, dopo aver unito le proprie forze, sono divenuti interdipendenti. L’esempio che meglio rappresenta la coesione tra calcio (nostro sport di riferimento) e Videogames, è il nuovo torneo organizzato dal rinomato videogame “Fortnite”.
Vi starete chiedendo come sia possibile che queste due sfere, sebbene così diverse, riescano a coincidere. La competizione ideata dal colosso del game americano si chiamerà “Pelè Cup” e, ovviamente, sarà dedicata al campione del mondo brasiliano. Epic Games, per l’occasione, ha pensato di coinvolgere in questa mega “battaglia” anche le società professionali di calcio. Ogni club sarà rappresentato dal proprio giocatore e, tra quelli che prenderanno parte alla competizione, vi sono: Roma, Inter, Juventus, Milan, Manchester City, Siviglia e molte altre.
Le dinamiche del gioco non varieranno più di tanto, ma assisteremo ad un contesto completamente diverso rispetto a quello a cui siamo abituati. Fortnite metterà in palio sia delle magliette autografate dallo stesso Pelè, che l’emote Air Punch dell’icona sportiva, utilizzabile in seguito al raggiungimento della famosa “vittoria reale”. Il torneo è partito il 20 Gennaio ma è stato possibile, anche prima di questa data, accaparrarsi i premi sopra citati. Tra esultanze personalizzate e maglie da calcio di molteplici squadre da tutto il mondo, si prospetta una bella avventura.
Alla base di questi progetti, però, non vi è solo l’intento di creare un contenuto che possa far divertire i giocatori per le sue innovazioni. Sembrerà crudele ma, di fondo, vi sono intenti economici da entrambe le parti della collaborazione. Questa coesione tra un campione di calcio mondiale ed il videogioco probabilmente più popolare al momento, gioveranno ambedue gli attori della partnership. La strategia di marketing, in questi casi, rappresenta più del 70% dell’operazione.
Chiunque trovi sulla home della sua console Fortnite, significa che avrà avuto un feedback positivo dal contatto con il game. Allo stesso tempo, però, per consolidare questa sorta di fiducia creatasi tra le parti, c’è bisogno di avvicinare gli utenti con una mini-rivoluzione: unire, come in questo caso, due mondi diversi. L’era della tecnologia ha stravolto soprattutto le figure dei calciatori. Non parliamo più di stelle dalla caratura globale e, al contempo, umili d’animo. Al contrario, al giorno d’oggi, constatiamo che in seguito ai contratti multimilionari stipulati tra giocatori e videogame, l’identità del singolo possa essere elevata oltre il limite.
Fifa ne è l’esempio lampante. Ogni anno, in copertina, c’è l’alternarsi di un protagonista diverso. Spesso viene designato colui che è riuscito a mettersi in mostra in maniera più convincente l’anno precedente. Acquistando i diritti di determinati calciatori si otterrà, allo stesso tempo, maggior visibilità. Oltre a questi aspetti commerciali, però, va ricalcato che è sorprendente l’evoluzione a cui sono stati soggetti certi videogame.
Pes, Fifa e così via, dai primi anni novanta ad adesso, hanno migliorato esponenzialmente l’esperienza di gioco: movimenti più naturali dei bot, stadi moderni, pubblico, molteplicità delle competizioni. Insomma, quella che dovrebbe essere una realtà virtuale, dunque l’emulazione del mondo concreto, sembra rappresentare sempre di più la realtà stessa.
In conclusione, possiamo affermare che questo sviluppo in concomitanza di due mondi come quello di calcio e videogames, sia inarrestabile. Non possiamo pretendere un ritorno al passato, soprattutto perché, per questioni di marketing, implicherebbe una transizione a ritroso. Bisogna adattarsi alla normalità ed all’innovazione, accettando una nuova epoca, quella virtuale-reale.