Buona la prima. Le nostre prime impressioni sugli azzurri

La sveglia stamattina ha suonato in maniera più lieve, meno fastidiosa. Sarà che è una domenica d’estate, una delle ultime, con un sapore particolare, con la consapevolezza che la sera prima, dopo 90 giorni di agonia,di  Fantamercato,di nomi impossibili, di trattative mai avviate e commenti da bar: riparte la Serie A.

 

Forse di questo ci interessa poco, nel dettaglio l’importanza è riferita alla partita di Firenze. Il primo sabato sera, la prima partita che scombussola gli schemi quotidiani dei tifosi, chi in pizzeria (magari con famiglia e consorte) come da tradizione, chi a casa con le comodità del caso (pizza, birra e divano).

 

Una fame di vedere calcio, quel colore azzurro ancor di più, con tutte le giustificazioni del mondo (condizioni fisiche,mentali, caldo, umidità, prima di campionato e via discorrendo) a sfiduciare e a minimizzare.

 

Nonostante tutto però c’è la voglia di parlarne, e allora apriamo le danze per la nuova versione della Serie A, quella che vede fermare il gioco quando la palla tocca l’arbitro…(stendiamo un velo pietoso).  

 

Parliamone per capire anche come prepararci al big match di sabato sera con la Juventus che soffre a Parma e con il solito cinismo porta i tre punti a casa.

 

Cinismo: quello che è servito alla banda di Ancelotti per prendere tre punti fondamentali a Firenze, in una bolgia dovuta all’entusiasmo della nuova dirigenza, di un acquisto di spessore come Ribéry e alla storica rivalità “silenziosa” delle tue tifoserie.

 

È stata la prima prova, il primo cenno di maturità, l’esperienza di Manolas (migliore della difesa), a centrocampo tutti sottotono, in attacco ci siamo affidati al tridente “leggero”, che poi così leggero non è visti i quattro sfilatini rifilati a Montella &co. La papera di Meret sul secondo gol della viola è da rivedere, per imparare ed evitare errori simili durante la stagione. Ci può stare, errori D’Agosto.

 

In tutta questa ecatombe di gol, errori, papere, gialli, VAR e chi ne ha più ne metta, le note positive non mancano. Partendo dalle certezze: i tre lì davanti che giocano a memoria, come gli ha insegnato il loro padre adottivo (a cui vanno tutti gli inviti di guarigione). Partendo dall’esordio di Manolas in difesa con Koulibaly,che ha confermato il potenziale che ormai da anni esprime, si dovranno solo limare i dettagli di una partnership che sulla carta è la più forte del torneo. Gli esordi di Di Lorenzo ed Elmas: il primo ha sofferto il pressing viola all’inizio per poi dare il suo contributo alla manovra (messo a suo agio anche dall’eterno Callejon) e il giovincello macedone, che inizia la sua avventura azzurra con una “ruleta” in mezzo ai centrocampisti viola e via di sovrapposizione. Non male per uno che “farà la riserva di Ruiz”, o almeno così si leggeva a metà luglio, tempo al tempo.

 

Con un occhio al mercato: senza un centravanti boa, di peso, lì davanti si fa fatica. Allargando il gioco a Firenze abbiamo avuto la meglio, potrà mai essere sempre cosi? Beati voi che siete fiduciosi, la soluzione avrebbe un nome ed un cognome: Mauro Icardi.

 

La nota ironica della serata, infine non può che essere l’ennesima occasione per vedere Hysaj in campo. Non ci era bastato Mario Rui che per un’ora di gioco ha fatto rimpiangere anche Strinic (su Twitter ho letto anche questo), la presenza dell’Albanese si definisce in una frase:” entra, tocca palla, la perde e commette fallo”.

 

Nonostante tutto questo, appuntamento a sabato sera per LA partita. E bentornata Serie A, ma soprattutto bentornato magico Napoli!

 

Matteo Sorrentino

 

 

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