Ancelotti non ha più giustificazioni, tutti vogliono vincere
Quello del turnover è stato un punto dolente, sul quale si è dibattuto molto già lo scorso anno, ma se al tempo Re Carlo aveva dalla sua la giustificazione di dover “conoscere e valutare” i suoi ad oggi questa motivazione è priva di ogni fondamento logico, soprattutto considerando che quella contro il Cagliari era soltanto la quinta partita di un campionato lungo che il Napoli mai come questa volta è chiamato – da più parti – a vincere.
Oggi davanti a tutti c’è l’Inter di Conte, una squadra che il mister leccese sta plasmando a sua immagine, poi la Juventus – che di “sarriane” non ha e probabilmente mai avrà le vesti – ma che continua a vincere a modo suo e con un po’ di buona sorte regalatagli dagli errori degli avversari.
Rispetto ad Inter e Juventus, il Napoli è partito con il vantaggio di un tecnico che già conosce squadra, città e ambiente e che è apparso flemmatico e sereno ad inizio campionato: ha dichiarato che i grandissimi nomi non gli servivano e che la squadra per lui così com’è può essere competitiva su tutti i fronti. Tuttavia, non si può non discutere su quanto Carlo Ancelotti abbia ancora difficoltà ad indirizzare la bussola per trovare la giusta strada e di questa devozione al turnover non se ne comprende la ragione.
In una squadra dovrebbe giocare chi sta bene: allora perché ostinatamente far giocare insieme Allan e Zielinski, con il brasiliano evidentemente non in condizione ottimale, invece di dare spazio all’esplosività di Elmas? Non per caricare di responsabilità il macedone e farlo diventare “giovane generale” di questa lunga guerra che è il campionato, quanto piuttosto per le qualità dimostrate e per la sua voglia di cementarsi coi compagni.
Perché essere così lento nelle sostituzioni – o meglio ancora – non partire direttamente con Fabian Ruiz in una partita lenta e macchinosa come quella con il Cagliari? In una squadra dovrebbe giocare chi sta bene e in una che vuole vincere ci vorrebbero le idee chiare, senza esperimenti e senza confinare un giocatore in un ruolo che non gli appartiene; come il caso di Lozano apparso un pesce fuor d’acqua nelle dinamiche del gioco.
Il Sig.Ancelotti guadagna sei milioni l’anno e non può fare le figure di barbine di perdere con i sardi in casa, lui ha detto che punta allo scudetto, ma come possiamo farlo se si sono presi già nove gol? Il presidente intervenga sull’allenatore e chieda spiegazioni, questa squadra l’ha voluta lui!
Luigi Giordano