Ancelotti, De Magistris e Tony Colombo: i 3 moschettieri della settimana napoletana

Si sono viste cose incredibili in questi ultimi giorni in città. Una catena di eventi e dichiarazioni che hanno dimostrato una cosa: Napoli, nel bene e nel male, non smette mai di stupire

Come è possibile passare da un matrimonio agli uffici del Comune e infine sopra un campo di calcio? A Napoli si può. Perché tutto quello che accade in questa città è sempre straordinario. Cose positive e negative che si intrecciano in continuazione suscitando reazioni forti o di indifferenza a seconda del contesto.

Partiamo dall’evento che ha caratterizzato l’intera settimana: il matrimonio del cantante Tony Colombo con Tina Rispoli, vedova del boss di camorra Gaetano Marino. Vi chiederete: e cosa centra questo con il “pallone”? Poco, ma il connubio della coppia ha dipinto un lato di Napoli che non abbiamo potuto trascurare e che ci ha condotti fino al calcio.

Una carambola di polemiche, quelle scatenate da un matrimonio annunciato da tempo e che non poteva essere differente da ciò che è stato: un capolavoro pop – trash finito sulle prime pagine nazionali di giornali e tv. Dal punto di vista del marketing la cerimonia di Tony & Tina, consacrata presso la Sonrisa (il tempio del compianto Don Antonio Polese, ovvero il Boss delle Cerimonie), è stata un vero successo. Basta andare a guardare le visualizzazioni del video dell’ultimo singolo del cantante pubblicato su Youtube.

Nel filmato vi sono le immagini dello show in piazza del Plebiscito che tanto ha sdegnato il sindaco Luigi De Magistris e alcuni suoi assessori. Ma spettacolo ancor più grottesco è stato recitato proprio dal primo cittadino e da altri rappresentati di palazzo San Giacomo. Perché lamentarsi di una cerimonia già prevista di cui il comune era informato? Perché mostrarsi indignati quando lo stesso sindaco avrebbe dovuto officiare la cerimonia laica al Maschio Angioino? Perché mostrarsi stupiti per un palco “misteriosamente” apparso nella piazza più simbolica della città (con carrozze, cavalli, limousine, banda musicale e circensi al seguito?), quando il protagonista della giornata ha affermato di aver avuto tutte le autorizzazioni necessarie?

L’intera vicenda che come spesso capita a Napoli si è poi trasformata in sceneggiata, mi ha fatto pensare agli atteggiamenti ridicoli che il comune e la SSC Napoli hanno avuto nell’affrontare la questione della convenzione per lo stadio San Paolo. Ed eccoci arrivati all’argomento “calcio”. Per quanto riguarda l’accordo tra De Magistris e De Laurentiis, il peggio sembrerebbe passato ed entro Pasqua entrambi dovrebbero firmare il fatidico documento. 

Ma ad aver attirato la mia attenzione “azzurra” in settimana è stato l’allenatore del Napoli, Carlo Ancelotti. Il tecnico ha prima sprizzato sincerità da tutti i pori attraverso un’intervista rilasciata a La Repubblica. Per l’occasione “Re Carlo” ha evidenziato limiti e potenzialità del Napoli, sia come squadra che come società. Ma sono rimasto senza parole quando ho letto queste sue dichiarazioni: “Se venderemo Allan e Koulibaly mi troverete incatenato a Castel Volturno“. Una frase ironica per confermare la ferrea volontà del club a non cedere i propri migliori giocatori alla fine della stagione.

Perché ho strabuzzato gli occhi nel leggere queste affermazioni? Bhè, credo che Ancelotti non sia mai stato costretto a dire cose del genere in tutta la sua fantastica carriera. Non ricordo che “Re Carlo” abbia mai giurato e spergiurato di fronte a stampa e tifosi, promettendo e mettendoci la faccia, che dei calciatori non sarebbero stati messi sul mercato. 

Ma nella vita c’è sempre una prima volta e questo l’allenatore lo sa. E penso lo sappia anche Tony Colombo che alle accuse del sindaco ha rilanciato: “Rifaremo tutto tra un mese quando ci sposeremo in chiesa“. Non ci resta che augurarci che ne sia consapevole anche De Magistris. Ma su questo nutro dei dubbi e non vorrei trovarmi nuovamente di fronte a palchi, carrozze, cavalli, limousine, banda musicale e circensi apparsi all’improvviso. Vuoi vedere che a Napoli c’è qualche mago birbantello e nessuno se n’è mai accorto?

Andrea Aversa

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