Analisi del bilancio e del match di ieri del Prof. Sabella

Analisi del bilancio e del match di ieri del Prof. Sabella

In un Maradona desolatamente vuoto e silente, è arrivata una bella vittoria al termine di una gara giocata in fotocopia come contro l’Empoli prima e lo Spezia dopo. 

La differenza l’ha fatta il risultato che è poi   quello che conta. 

Una partita è fatta da episodi, finalmente non sono stati negativi. 

Ospina praticamente inoperoso, squadra attenta e ovviamente poco brillante per le troppe assenze. 

Magistrale, ed è l’ennesima, la prova di Lobotka, guida la squadra ed è un continuo punto di riferimento, forse davvero l’unico insostituibile.  

Napoli padrone assoluto del gioco con il solito limite di concludere troppo poco e di non cercare di sfondare con il gioco aereo , pochi cross in area, si predilige troppo il palleggio che spesso diventa stucchevole. 

Siamo una squadra di costruzione,  che gioca al calcio e questo esclude dagli schemi il generosissimo Petagna, autore comunque di una splendida rete. 

Dobbiamo essere più cattivi soprattutto quando , tra le mura amiche,  affrontiamo squadre inconsistenti tecnicamente. 

Strada facendo abbiamo perso anche il capitano, forse alla sua ultima apparizione, non per la gravità dell’ infortunio , ma per l’ acredine crescente che ormai lo separa dalla società e dal Presidente. Sarebbe stato meglio , forse, separarsi già ora. 

Una vicenda assurda per come è stata gestita,  malissimo, da entrambe  le parti e che avrà strascichi anche legali, il Presidente è un uomo rancoroso e farà pagare ad Insigne l’ ammutinamento del novembre 2019, giorno in cui il rapporto umano tra le parti è finito, è rimasto solo quello professionale che ci auguriamo termini bene, ma abbiamo tanti dubbi.

Occorrera’  tanta maturità per gestire i prossimi sei mesi, sarà difficilissimo.

Uscito il capitano, bellissima è stata la reazione di Mertens che ha preso letteralmente per mano la squadra, le ha dato fiducia, l’ ha portata ad una vittoria importantissima.

Speriamo che il belga rimanga, lui ci ama e noi lo adoriamo, è un uomo squadra irrinunciabile, prevalga il buon senso che non sempre accompagna le scelte societarie. 

Si è rinunciato ad Insigne per una differenza tra domanda e offerta di circa 1 milione di euro,  ” nu milion, uanem ro priatorio” , ma quanto costerà ad ADL sostituire il nostro Lorenzo ? 

Sembrerebbe che la scelta sia quella di realizzare un investimento nuovo per il futuro, privilegiando un giovane  che può generare ricavi , anziché sopportare solo il costo di un ingaggio che non porterà plusvalenze . 

Domande a cui è difficile dare una risposta logica ma comprendere le scelte gestionali di don Aurelio è davvero difficile anche , e soprattutto,  alla luce dei numeri della sua contabilità. 

Si legge di una riduzione del fatturato di circa il 20% rispetto all’ esercizio precedente che con un ulteriore aumento dei costi del lavoro, gli ingaggi, hanno causato una perdita di esercizio vicina ai 60 milioni. 

Male , ma non grave, c’è ancora da gestire la crisi pandemica e le due mancate qualificazioni champions ,  ma quello che stride è l’ essersi precluso, il nostro Presidente, l’ unica via che poteva garantirgli il futuro : le plusvalenze,  reali e non contabili, che gli possono portare  i calciatori acquistati come prospetti e , una volta diventati grandi, venduti per continuare a crescere. 

È stata la sua politica economica vincente,  ora invece, come nell’ ultima campagna acquisti e come sembra continuare in questa di riparazione,  ha deciso di non fare nulla, ma solo di ridurre i costi ovvero gli ingaggi , è una strategia economica senza futuro.

Forse avrà ragione lui, per chi vi scrive ,  che un pochino di economia ne mastica da un trentennio, è incomprensibile . Forse si è ” redento” ma rimane incomprensibile il perché non ha venduto prima Insigne quando ha rinunciato ai circa 15 milioni offerti oltre a risparmiare sull ‘ ingaggio pesante del capitano laddove, invece, ha  praticamente regalato Manolas per risparmiare i sei mesi di stipendio del greco. Insomma tutto e il contrario di tutto.

Singolari sono poi le disamine che stiamo ascoltando in proposito dai soliti soloni che fanno passare le loro impressioni come certezze  laddove i numeri della  ragioneria vanno interpretati e spesso letti in maniera soggettiva e non oggettiva per la inevitabile discrezionalità di chi li ha posti in essere, è l’ unico dogma dell’ economia aziendale.

Artatamente qualcuno dimentica anche del famoso tesoretto cash che si è ridotto ma non tantissimo , c’è ancora tanta liquidità ( poco meno di  100 milioni) che avrebbe permesso gli investimenti per l’acquisto dei calciatori senza ricorrere a capitale preso a prestito.  

Nessuno si chiede perché,  in un momento di crisi , la società ha rivalutato il suo marchio , grazie ad un decreto legge del 2020, portandolo ad un valore che era nullo al 30 giugno 2020, agli attuali 75 milioni,  allo scopo di esprimere una rappresentazione veritiera e corretta del patrimonio aziendale che quindi, nonostante la perdita di esercizio, vale comunque tanto. 

Sarebbe bello che chi affronta questo argomento prenda posizione sul tema e ci spieghi il perché di questa scelta?

È forse il preludio di un futuro  avviamento?

Tutto ha una sua presunta logica ma non ci sono certezze e chi vuole farne passare non merita attenzione.

Per fortuna resta sempre e comunque il campo come giudice supremo, il cui verdetto è insindacabile , un campo che ci torna a sorridere , nonostante le tantissime difficoltà che hanno , grazie a Spalletti,  compattato però l’ ambiente che , silente , come lo stadio di ieri, non ha preso posizioni perché nella vicenda Insigne , non ci sono né vincitori né vinti. 

Noi in fondo amiamo solo la maglia ed anche questo non è poco.

Crediamoci sempre.

Un’ ultima considerazione,  amara : continuiamo ad essere arbitrati da direttori di gara in campo mediocri e al var peggio, meditiamo e sconcertati assistiamo all’ atteggiamento  , sempre silente della società,  anche questo vorremmo comprendere. 

Salvatore Sabella

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