Ambrosino: “In Nazionale si crea un ambiente bellissimo, speriamo di tornare in Italia con il trofeo”

Fonte foto: Instagram Ambrosino

Giuseppe Ambrosino, attaccante di proprietà del Napoli ma in prestito al Cittadella in Serie B, è stato intervistato da TuttoSport in merito all’avventura che sta vivendo al Mondiale in Argentina con la nazionale azzurra Under 20. Ecco le sue parole:

Quanto è stimolante poter giocare una semifinale mondiale? 

“È un’emozione grandissima, non capita tutti i giorni e sono sincero: sono convinto che anche molti tra noi non se lo aspettassero, perché è comunque una semifinale mondiale, arrivare a questo punto è sempre difficile”. 

L’avversaria è la Corea del Sud: ve l’aspettavate? 

“Intanto se la Corea è arrivata in semifinale, vuol dire che è un’avversaria forte, così come lo siamo noi. Ci giocheremo tutte le nostre carte per arrivare in finale, cercando di mettere in campo tutte le cose positive fatte vedere finora. Personalmente, mi sarebbe piaciuto anche incontrare di nuovo la Nigeria, per giocarci una rivincita rispetto alla sconfitta che avevamo patito nel girone”.  

Le nostre armi migliori per batterle? 

“Il gruppo, per me è la cosa più importante, essere così coesi a livello di squadra. Inoltre la nostra forza, oltre all’essere uniti, è il gioco”. 

Da attaccante nato a Procida e di proprietà del Napoli, le chiedo con ironia: e se i loro difensori fossero forti come Kim? 

“Speriamo di no, dai. Ho visto qualche partita della Corea Under 20 e stiamo guardando i video per analizzare la loro difesa. Detto questo, non credo che studierò uno a uno i loro difensori, anche per il gioco che fa l’Italia. Noi attacchiamo come squadra, cercheremo di metterli in difficoltà così e vediamo cosa possiamo fare tutti insieme per vincere”.  

Com’è per un ragazzo napoletano giocare un Mondiale in Argentina, la patria di Diego Armando Maradona? 

“Al di là del risultato che otterremo, giocare un Mondiale in Argentina è un sogno. Quando ho saputo che il Mondiale alla fine si sarebbe tenuto qui è come se avessi provato un’emozione in più. A Napoli Maradona è come un Dio e lui è nato qui, ha giocato qui. Quando ci capita di avere dei momenti liberi e usciamo per strada per fare una passeggiata, spesso i tifosi locali ci fermano e chiedono se tra di noi c’è qualche napoletano. Io alzo la mano e tutti mi sorridono. È un’esperienza fantastica e sono molto contento di viverla: certo che tornare in Italia con il trofeo renderebbe il tutto ancora più bello”. 

Quando dorme, sogna di fare gol nella finale? 

“Certo, è un sogno che ti porti dentro fin da quando sei un bambino. Ma pensiamo prima a farlo in semifinale un gol”. 

La emoziona indossare la maglia azzurra? 

“Per me è troppo bello. Ormai siamo un gruppo che è praticamente una famiglia: ci conosciamo tutti, ci vogliamo molto bene, ogni volta che ci rivediamo in Nazionale si crea un ambiente bellissimo”. 

Finora non ce n’è mai stato bisogno, ma: come va con i rigori? 

“In allenamento li stiamo provando, lo calciamo qualche rigore e mi sono cimentato ovviamente anche io. Ma la nostra mentalità è quella di vincere: noi abbiamo intenzione di andare in campo per cercare chiudere la partita nei novanta minuti. Anche perché quando si arriva ai rigori c’è sempre una componente legata alla sorte, che non dipende da noi. Quindi sì, i rigori li prepariamo, ma faremo di tutto per evitarli”. 

Possiamo dire che questa sarà la partita più insidiosa tra quelle affrontate finora? 

“Noi non pensiamo assolutamente alla finale. Dal primo giorno la nostra mentalità è stata quella di affrontare una partita alla volta. Le nostre energie sono tutte orientate a vincere la partita con la Corea, se poi saremo stati bravi e avremo vinto, allora sarà il momento di pensare alla finale”. 

Giovanni Sica

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