Allegri e la Juve che sarà

Allegri e la Juve che sarà

foto: calciomercato.com

Dopo appena due stagioni lontano dai campi, Max Allegri ritornerà ad allenare. Dove? Proprio lì, da dove aveva lasciato. La scelta della Juventus, dopo due anni di rivoluzioni, è “ricaduta” sull’allenatore di Livorno. Dal 2014 al 2019 è per la prima volta alla guida della Juventus, con cui vince undici trofei: cinque campionati italiani consecutivi (dal 2015 al 2019), quattro Coppe Italia di fila (dal 2015 al 2018) e due Supercoppe italiane (2015 e 2018); raggiunge inoltre due finali di UEFA Champions League (2015 e 2017).
Proprio la sconfitta ai quarti di finale contro l’Ajax dell’ultima Champions fu fatale per il suo futuro in bianconero.
Nei cinque anni in bianconero Allegri non ha mai avuto un vero e proprio modulo di riferimento, ma annata dopo annata ha quasi sempre variato il suo sistema di gioco.
Nella stagione 2014/2015, ovvero quella del suo debutto, trova una squadra dalla forte identità tattica, improntata dal 3-5-2 del suo predecessore Antonio Conte, sfruttando la solidità della BBC come punto di forza da cui partire. Sugli esterni agivano Lichtsteiner e Asamoah (o Evra), mentre il centrocampo era composto da Andrea Pirlo ad agire in mediana, supportato dalle due mezz’ale Pogba e Vidal (o Marchisio), in attacco Tevez e Llorente. Infatti questo modulo durò fino alla primavera del 2015, dopodiché Max decise di passare al suo amato 4-3-1-2 che già ai tempi del Milan utilizzava. La mossa principale per questo cambiamento di modulo fu prima l’adattamento di Vidal e successivamente l’inserimento di Pereyra da trequartista. Entrambi assicuravano sia la difesa dell’ampiezza in supporto ai terzini, sia i cruciali inserimenti nei mezzi spazi che hanno permesso alla squadra di avere la meglio su Borussia, Monaco e soprattutto Real Madrid.

foto: Sky Sport

Nell’annata 2015/2016, nonostante gli acquisti di Mandzukic e Dybala che rinforzano il reparto offensivo, il centrocampo perde due pezzi importantissimi: Arturo Vidal e Andrea Pirlo, tanto che Allegri si è trovato costretto ad adattare Marchisio e alla bisogna anche Hernanes (inizialmente testato da trequartista). A causa di questa rivoluzione in mediana la squadra iniziò il campionato a rilento, ma grazie al ricambiamento tattico il cavallo è tornato a correre, e proprio con l’innesto di Cuadrado, Max ha potuto creare un 3-4-3 che a volte mixava con un 4-2-3-1. Anche in quest’annata la Juventus ha trionfato per due volte.

foto: Corriere dello Sport

Nella stagione 2016/2017 il club bianconero fu rivoluzionato per l’ennesima volta: in uscita Alvaro Morata, destinazione Madrid, e soprattutto Paul Pogba, oltre che Zaza, Padoin e Pereyra. In entrata arrivano Pjanić, Dani Alves, Benatia, Pjaca e Higuain. Il tecnico toscano decise di ripartire dal 3-5-2, con Dani Alves sulla corsia di destra e Asamoah a sinistra. Benatia fu acquistato per far rifiatare in fasi alterne la BBC, mentre Pjanic agi in regia ed in attacco Higuain fece coppia con Mandzukic. Questo modulo non portó i frutti sperati, e dunque a gennaio dopo la brutta sconfitta di Marassi per 3-1, Allegri opto nuovamente per il 4-2-3-1: con Dani Alves e Asamoah arretrati nei 4, Pjanic e Khedira a comporre il doble pivote e Cuadrado, Dybala e Mandzukic in supporto a Gonzalo Higuain. Con questa squadra Allegri esprimerà la sua squadra più bella e vincente ed arriverà per la seconda volta in finale di Champions perdendo per 4-1 a Cardiff contro il Real Madrid.

foto: Sky Sport

Nel 2017/2018 la Juventus cerca di colmare le lacune nel reparto offensivo consegnando ad Allegri più cartucce da usare per il 4-2-3-1. Ecco quindi Bernardeschi e Douglas Costa a cui si aggiungono Szczęsny, Bentancur, Matuidi e De Sciglio. In uscita invece Bonucci, Dani Alves, Neto e Lemina. La stagione non inizia sotto i migliori auspici con la sconfitta per 3-2 in Supercoppa contro la Lazio. Dopo i primi mesi dove Allegri ha insistito su questo modulo, per vari motivi è dovuto virare sul 4-3-3 inserendo Matuidi da mezzala sinistra, il quale ha consentito ai bianconeri di ritrovare il giusto equilibrio che sembrava smarrito inzialmente.

La stagione si conclude con il quarto double di fila dopo la vittoria per 4-0 contro il Milan in finale di Coppa Italia.

foto: Juventus Facebook

L’estate 2018 è segnata indelebilmente dal terremoto Cristiano Ronaldo al quale si aggiungono Cancelo, Bonucci, Emre Can, Spinazzola e Perin. Escono invece Higuaìn, Lichtsteiner, Asamoah, Sturaro, Buffon e Marchisio. Il mercato è sontuoso e Andrea Agnelli, durante il discorso alla squadra a Villa Perosa, afferma chiaramente che la Champions non deve essere un sogno, ma un obiettivo. L’inizio fu brillante, Ronaldo entrò subito nei meccanismi della squadra e si integrò nel 4-3-3 alla perfezione duettando con Dybala e Mandzukic.
In questa stagione, nonostante la squadra si fosse rinforzata, Max ha vinto solamente il campionato, perdendo prima ai quarti di finale di Coppa Italia contro l’Atalanta e successivamente ai quarti di finale di Champions contro l’Ajax, partita che ha pesato sulla non permanenza di Allegri sulla panchina bianconera.

foto: Sky Sport

Dunque l’attuale Juventus di Max Allegri dovrà partire da 0, visto che a differenza del 2014, dove la base di riferimento fu quella vincente di Antonio Conte, ora il tecnico livornese dovrà studiare nuove mosse vincenti per riportare la Juve sul tetto d’Italia e, chissà, d’Europa.
I punti di partenza, salvo sorprese, dovrebbero essere De Ligt, Arthur, Chiesa e Dybala, che a breve potrebbero firmare il rinnovo.
Viste le carte a disposizione del club torinese e le grandi voci di mercato, i moduli di partenza potrebbero essere il 4-2-3-1 o il 3-5-2. Nella prima circostanza l’undici tipo potrebbe essere questo: Donnarumma
Cuadrado, De Ligt, Chiellini, Alex Sandro Locatelli, Arthur
Kulusevski, Dybala, Chiesa
Morata
Nel secondo schieramento tattico, invece, i bianconeri potrebbero schierarsi così, viste anche le passate esperienze di Max sulla panchina bianconera:

Donnarumma
De Ligt, Bonucci, Chiellini
Cuadrado, Arthur, Locatelli, Bentancur, Chiesa Morata, Dybala.

foto: Milan Live.it

Ernesto Minicone

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