Alla ricerca della giusta mentalità, in campo e tra il tifo

Ben trovati amici della sfera cubica e anche questa volta posso dire di aver avuto ragione. La disfatta in campionato ci ha portato ad essere spero definitivamente più consci del fatto che il Napoli non ha ancora quella giusta mentalità. E che diavolo! Sono anni che siamo abituati a vedere prestazioni degli azzurri con un trend altalenante e questo non ci fa ben sperare per il proseguo di un campionato sempre più stregato dalla minaccia del Covid. La vittoria in Europa League è stata sicuramente decisiva per il morale degli azzurri, ma in un periodo dove gli allenamenti sono più rigidi e le prestazioni degli azzurri dovrebbero essere scevre da acciacchi fisici, ci troviamo invece ad affrontare un Napoli che sale e scende nelle sue prestazioni. Ancora più allarmante è come alcuni giocatori non riescano a disputare due partite di fila in un modo consono a quelle che sono le prerogative di una squadra di serie A che lotta per vincere e rimanere incollata su più fronti fino alla fine. Un altro dato che onestamente non ho apprezzato del tifo è stato sicuramente per la questione di Osimhen. Non si può elogiare il ragazzo e poi subito criticarlo, perché non facciamo un accordo tra di noi? Perché non giudichiamo questo calciatore alla fine del campionato. Costato tanto, giovane, non credo meriti grosse pressioni, che invece merita sicuramente Gattuso sia per la grande rosa che si trova a disposizione sia per la nuova norma sulle sostituzioni sia per la panchina che il Napoli ha rispetto ad altre squadre e quindi partite come quella con il Sassuolo dovrebbero essere vinte a occhi chiusi. Ma cosa secondo voi non ha portato la vittoria a Napoli? Certamente la mancanza di gioco e questa responsabilità è ascrivibile all’allenatore. Poi se vogliamo entrare nel merito dei preparatori atletici, allora bisogna pazientare un altro poco per capire come ci troviamo a gestire una rosa ai tempi del Covid. Mentre il Napoli si appresta a disputare la prossima partita in Europa League, noi viviamo in un momento di incertezza che ci fa allontanare sempre di più dal calcio. Le preoccupazioni sono tante ed immagino che il risultato del Napoli passi in secondo piano rispetto a problemi ben più gravi, ma quello che purtroppo succede in questi casi è che le persone impegnate mentalmente sono quelle che più non riescono a seguire la squadra del cuore tra un decreto del Presidente il Consiglio ed un consiglio del virologo di turno. Chi invece resta in questa situazione a fare il tifo è colui che molto spesso non sa stare al gioco non sa esprimere un’opinione e inquina con i suoi modi l’alone magico che circonda il calcio creando astio e divisioni sociali che in un tempo così delicato non dovrebbero essere consentiti e tollerati. Maradona ha compiuto sessant’anni giusto il tempo per essere ricoverato in ospedale e sembra che il Covid non centri molto a dispetto di come ce l’hanno raccontato. Quello che invece voglio augurare a Diego e di vivere l’ultimo frangente della sua vita come ha sempre desiderato: circondato dall’amore e dall’affetto dei suoi familiari, così come voglio fare i complimenti a giocatori come Ibrahimovic e Ronaldo che continuano a giocare ad un’età molto avanzata, quasi pensionistica se consideriamo il gioco del calcio, e rappresentano un esempio di come spirito di sacrificio e sportività nel giocare a calcio debbano essere i sentimenti da offrire ai giovani d’oggi. E dopo una ramanzina all’allenatore, una assoluzione per alcuni giocatori, non mi resta che invitarvi a tenere sempre gli occhi aperti, alla prossima amici!

Livio Varriale

Start typing and press Enter to search