Gattusismo, la nascita di un’identità
Una storia che parte da lontano, da Corigliano Calabro, quella città che preserva ancora cultura e colori bizantini . Gennaro però è andato via presto ,prestissimo quando il Perugia vide in lui qualcosa in più. Quella cattiveria, quella dedizione quello spirito di sacrificio innato. Forse però l’esperienza più importante che gli ha dato forza è stata la parentesi ai Rangers in Scozia, perché se uno come Gennaro si ritrova a giocare l’Old Firm vuol dire che è uno duro per davvero.
La storia al Milan e in Nazionale è cosa risaputa , è cosa nota che è meglio se ve la raccontano gli almanacchi e i libri. Quello da cui partire è il Gattuso allenatore, Sion, Palermo, Pisa sono solo tappe che hanno ribadito che Ringhio tatticamente alle sue squadre insegna in primis l’umiltà ma anche una degna e valida idea di calcio.
Il primo Gattuso allenatore fu paragonato un po’ a Nereo Rocco, un po’ al Chilo Simeone ma Ringhio negli anni ha gettato le basi per una solida idea tattica.
Il caposaldo che è ormai cosa forte e radicata già dai tempi del Pisa è la fase difensiva, che all’ombra della Torre in Serie B lo vide come seconda miglior difesa. Il passaggio al Milan però vide l’abbandono del 4-4-2 all’ormai noto 4-3-3 con un centrocampo muscolare( ancora non visto a Napoli causa Allan precario) , dove il ” Mediano” da supporto alla difesa abbassandosi spesso tra i due centrali ma allo stesso tempo funge da metronomo.
Gattuso chiede ordine e non frenesia, un pressing ragionato e non azzardato con l’obiettivo primario di occupare gli spazi e poi pensare alla transizione. Demme arrivato in punta di piedi è l’immagine della sua idea tattica, dinamico,educato e cattivo. Zielinski è l’ago della bilancia , supporta e corre , si butta dentro e diventa letale. Fabian il fiorettista che delizia quando gli spazi non ci sono.
L’attacco è cucito a sua immagine e somiglianza, cattiveria, rabbia e agonismo contraddistingue il tridente che vede Insigne fungere da esterno alto a sinistra che converge e in fase di possesso diventa regista offensivo libero di prendere spazio. Alterna Mertens per imprevedibilità e Milik per sacrificio, con a destra l’alternanza Callejon-Politano varia a seconda della lettura della partita.
Strano a dirsi ma far confluire ordine, cattiveria e applicazione nel 4-3-3 che è l’immagine di un calcio sfrontato e dedito all’estetica per Ringhio all’ombra del Vesuvio è stato più facile da applicare che da spiegare. Possesso un po’ rischioso che parte dal basso e che nell’ordine lascia trapelare sfacciataggine quando imposta la manovra dalle retrovie.
Dopo l’ennesima prestazione incredibile al San Paolo, forse possiamo parlare di una nuova era tattica a tinte azzurre, con l’augurio che a Ringhio gli sia data fiducia e agio , le basi sono solide e compatte se nascono dall’umiltà e dal “veleno”. Napoli-Barcellona segna il superamento a pieni voti dell’ esame di maturità per il Gattusismo, sempre sull’orlo del baratro ma che dalla compattezza e dalla rabbia riesce a sbaragliare e a fare innamorare.
Daniela Villani