Vite che capitano e vite da Capitano: Paolo Maldini


I grandi Capitani, come il protagonista che vi stiamo per raccontare, sono quelli che si ergono a faro di una piazza calcistica, di una città intera e del proprio club, in un rapporto che potremmo definire di sangue tra chi scende in campo a difendere i colori del posto e la gente che li pone a rappresentanza della propria fede.
Ma ci sono capitani e capitani…
Molti si mettono in vista al centro del progetto del club.
Altri preferiscono essere capitani nascosti, rappresentare senza farsi idolatrare.
Paolo Maldini appartiene a questa seconda piccola elitè.
Capitano silenzioso.
Un ragazzo che non si è mai importato di essere calciatore anche fuori dal campo.


Un giocatore di pallone d’ altri tempi, che oggi facciamo grande fatica a trovare in giro per i più grandi Paesi calcistici del mondo.
A Paolo è sempre e solo interessato il terreno di gioco, imporsi e vincere all’ interno del rettangolo verde; attraverso i suoi ideali, per primo la leadership.
I compagni li ha guidati sempre, nello spogliatoio è stato un secondo allenatore, un presidente, un papà, un’ icona grazie alla quale sentirsi sicuri e appoggiati, sostenuti e responsabili nei confronti di una causa condivisa.
E la causa per Maldini è stata per tutta la carriera l’ AC Milan.
“Ogni volta che c’era una vittoria ci abbracciavamo. A volte andavo io da lui, mentre altre correva lui da me. La cosa bella di Paolo era che ti diceva sempre grazie. Dopo ogni successo da vero leader al rientro negli spogliatoi, aveva due riti. Il primo era quello di togliersi la fascia e metterla sopra il suo armadietto.Il secondo era quello di ringraziare tutti, stringendogli la mano. Mai visto uno così, con il suo carisma.”(Carlo Ancelotti)
Il carisma da Capitano lo ha portato a diventare uno dei difensori più forti della storia del calcio.
In difesa preciso, ordinato e pulito, lucido nel guidare per tutta la carriera la squadra di cui ne è forse la bandiera più importante.
Ammirato e stimato da tutto il calcio mondiale. Esponente di un football romantico che non c’ è più.
Fedele ai colori rossoneri come se quella maglia fosse una mamma a cui essere grato per avergli dato la vita.
È stato il regista perfetto di un grande spettacolo.
Vincente individualmente e collettivamente. Il suo palmares all’ ombra della Madonnina è semplicemente divino.
Questi i suoi primati:
-l’ esordiente del Milan più giovane: 16 anni e 208 giorni;
-maggior numero di presenze nel Milan: 902;
-maggior numero di presenze in Serie A: 647;
-maggior numero di presenze in Coppa dei Campioni/Champions League con il Milan: 139;
-gol più veloce in una finale di Champions League: 51 secondi.
Questi i trofei regalati al popolo rossonero e a se stesso:
7 Scudetti;
5 Supercoppe italiane;
1 Coppa Italia;
5 Coppe dei Campioni/Champions League;
5 Supercoppe europee;
2 Coppe Intercontinentali;
1 Mondiale per club.
Fate un po’ voi e realizzate chi è stato, chi è e chi sarà per sempre nella storia del calcio Paolo Maldini da Milano.
Definirlo simbolo e bandiera del Milan e del Calcio è poco, troppo poco. Parlare di Leggenda forse può bastare…
“Ricordo che un giorno gli chiesi: “Paolo ma come fai?” Lui mi rispose: “lo faccio per mostrare a tutti quelli che arrivano dopo, che non bisogna mai abbassare la guardia, anche a 40 anni. Mi trascino sempre il gruppo perché io sono il capitano e devo essere il primo a dare l’esempio”. Quel Milan era vincente perché aveva grandi giocatori, ma aveva sopratutto un anima. Quell’ anima si chiamava Paolo Maldini.”(Carlo Ancelotti)

Marco Falco

Start typing and press Enter to search