VITE CHE CAPITANO E VITE DA CAPITANO: PAOLO CANNAVARO

Questo racconto nasce a pochi passi dalla Casa di tutti i tifosi azzurri, il San Paolo.
Rione La Loggetta. Conosciuto per aver visto crescere i fratelli Cannavaro. Fabio e Paolo. Rispettivamente classe ’73 e ’81. Entrambi cresciuti all’ ombra del campo che ha fatto la storia del Napoli e anche di Napoli.
E per due ragazzini innamorati del pallone e della propria squadra di calcio, che nel loro caso gioca giù casa, cosa si può sognare se non di vestire un giorno proprio quella Maglia. E la storia di Fabio e Paolo è la storia di due giovanotti dal cuore azzurro che sono riusciti a realizzare il sogno della gran parte, se non della quasi totalità, degli scugnizzi di questa città: giocare nel Napoli, calpestare il terreno dello stadio San Paolo; quella stessa erba sulla quale hanno corso le gambe di Diego Armando Maradona.
E se per Fabio, considerato uno dei migliori difensori della storia del calcio
e Campione del Mondo con l’ Italia nel 2006 e Pallone d’ oro nello stesso anno, la maglia azzurra è stato il trampolino di lancio per una carriera eccezionale altrove, Paolo si è tatuato questa stessa maglia sulla pelle, dedicando gli anni e le forze migliori del suo percorso calcistico da professionista al Napoli, la sua squadra.

“Dandy” Cannavaro compie tutta la trafila delle giovanili azzurre sino a debuttare in prima squadra il 6 Giugno del ’99, in un Verona – Napoli. Si giocava in B. Tuttavia, Napoli non è ancora pronta a farne un simbolo e una guida del club e allora Paolo è costretto a lasciare il San Paolo e per far fronte ai problemi economici di quegli anni viene addirittura ceduto definitivamente. La Serie A col Parma(con anche il palcoscenico della Coppa Uefa)dal fratello e con l’ Hellas Verona(con cui realizza il primo gol nella massima serie) sono le sue esperienze lontano da casa.

Ma il giovane Cannavaro e la sua Napule sono troppo legati, da un filo che non si può spezzare. Lo sono stati sin dalla nascita, un legame senza distanze sia nel cuore che fisicamente. E le favole sono sempre riconoscenti ai loro protagonisti: nell’ estate del 2006, mentre Fabio alza la coppa al cielo di Berlino, ecco arrivare per Paolo la chiamata da Napoli. La squadra della sua città lo rivuole con sè e questa volta per consegnargli la guida del campo di Fuorigrotta, quello del suo quartiere.

Da quell’ anno inizierà la sua scalata nella storia del Napoli e nei cuori della sua gente. Diventerà Capitano, il condottiero del popolo azzurro,
assumerà questa investitura mettendo in gioco la sua persona, senza maschere o filtri; attraverso il Paolo Uomo: buono, limpido, positivo, generoso, fraterno,
professionista della vita di tutti i giorni,
cordiale, senza lati buii, oscuri, negativi. Perchè la sua persona è questa: un Ragazzo d’ oro che non ha mai voluto interpretare qualcos’ altro, ma si è fatto amare per quello che è, quel ragazzino de La Loggetta che sognava soltanto di vestire la maglietta dal colore azzurro firmata Napoli.

Dal 2009-2010 vive come tutti i tifosi gli anni più belli della storia recente del calcio partenopeo. Prima l’ Europa League, poi le notti magiche di Champions per la prima volta in carriera e proprio col Napoli conquistate e vissute da protagonista con tutta la squadra e il tifo, uno scudetto sfiorato nella stagione ’10-’11 e la Coppa Italia alzata al cielo di Roma nel 2012. E nel mezzo tante emozioni e tanta stima e affetto dai suoi concittadini di fede azzurra.

Paolo Cannavaro calciatore del Napoli con addosso la Maglia partenopea rappresenta tutti quei bambini napoletani che sognavano, sognano e sogneranno un giorno di giocare nella squadra della propria città e calpestare con i propri scarpini l’ erba dello stadio San Paolo di Fuorigrotta.

Marco Falco

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