Stadio? Una miniera da dover sfruttare

I tifosi partenopei sono abituati a sentire ogni giorno o quasi una
discussione, un’ipotesi e anche una notizia, che abbia come argomento lo
stadio. C’è chi difende il San Paolo, affermando progetti a caso o per
sentito dire. Uno tra tutti è il famosissimo “leviamo la pista d’atletica e
facciamo un altro settore”. Nella maggior parte delle ipotesi sono progetti
surreali, come il costruire uno stadio in un’altra zona (da riqualificare) che
però attrae il fiuto dei moralisti pronti a riaffermare che lo stadio debba
stare in città per evidenti motivi che è noioso elencare qui.
Ma pensateci: avere uno stadio decente (ci accontentiamo), con prezzi
modici e per raggiungerlo non dover fare il giro dei sette colli. Sarebbe
un’utopia, no?
Eppure in Germania tutto ciò è realtà. Con investimenti che il caro AdL
non può lontanamente immaginare. Hanno sfruttato i fondi FIFA per i
mondiali del 2006 per prendersi la vetta nella classifica per il fattore
stadio. La famosa riqualificazione di cui abbiamo parlato prima, porta
lavoro e efficienza inimmaginabili. Perché lì si pensa a fare del bene per
tutti! Non alla sola società di calcio.
Gli stadi non sono adibiti a centro commerciale H24, ma hanno solo la
funzione di stadio. Ovvero funzionano come centro di attrazione solo
quando c’è la partita.
I prezzi? Battono largamente il modello inglese che si, offre una qualità
notevole, ma anche un prezzo altissimo per una partita di calcio. Il modello
tedesco invece offre una qualità praticamente unica, tribune e curve hanno
prezzi convenienti. Pensate che una statistica del 2017 ha evidenziato che
il prezzo medio di una partita di campionato è di 15 euro. Avete letto bene.
Quindici euro, per uno stadio come l’Allianz Arena.
Una piccola curiosità che forse non tutti sanno è che le curve in Germania
sono senza sediolini. Perciò le vediamo sempre stracolme. Ovviamente
con prezzi ancor di più popolari. Un fattore che può sembrare poco, ma
basti pensare ad un’immagine qualunque della curva del Borussia
Dortmund per farvi ricredere. Questa autentica genialata è stata presa dal

modello inglese che hanno dovuto cambiare appositamente le disposizioni
delle curve a causa degli Hooligans. Che utilizzavano quegli ampi spazi
come campi di battaglia.
I tifosi del Napoli ne sanno qualcosa, che nonostante i sediolini pietosi
(appena cambiati peraltro), la partita in curva la vedono lo stesso
all’impiedi.
Sul fattore sicurezza: efficientissima. Telecamere, steward attenti (non
quelli che vedono la partita) e pronti all’intervento.
Poi può sembrare poco, ma ci sono linee ferroviarie e metropolitane con
apposite fermate per lo stadio. Non si discute invece per i parcheggi.
Facilmente raggiungibili, controllati e vicinissimi alla struttura.
In Italia abbiamo sfruttato malissimo i fondi per i mondiali del 90’.
L’esempio lampante è il terzo anello del San Paolo, su cui aleggiano miti e
misteri. Uno su tutti è che sia inagibile. Ma mai hanno provato a
sistemarlo.
Gli stadi in Germania sono di proprietà delle società. Non del comune che
dà l’autorizzazione e che ogni volta che c’è da sistemare qualcosa ci vuole
lo Spirito Santo.
Inutile dire che il fattore campo fa la sua parte. Ogni partita di casa si crea
un’atmosfera magica. Che intimorisce gli avversari. E i tifosi azzurri su
questo devono prendere un’enorme plauso. Poiché nonostante la fatiscente
struttura, grazie al “Champions” hanno fatto tremare le gambe a tutti.
Noi ci auguriamo che uno stadio degno di nota per il Napoli e in Italia in
generale, un giorno possa essere realizzato. Basandosi ovviamente sul
modello tedesco, se non addirittura migliorarlo.

Matteo Sorrentino

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