Qualcosa non Va(r) – Di Matteo Sorrentino

Che la Champions sia il palcoscenico internazionale più ambito e competitivo del mondo, pochi possono metterlo in discussione.

Che sia o meno la competizione più bella e più ricca di colpi di scena sembra quasi una certezza, e proprio quest’anno ne stiamo vedendo di tutti i colori: dal suicidio in casa di Real Madrid e PSG contro le sorprese clamorose “dell’Ajax dei giovani” e dello United dei miracoli (nessuna squadra inglese infatti prima di ieri, aveva rimontato due gol subiti in casa all’andata) e senza i titolarissimi del calibro di Pogba, Sanchez, Martial e Valencia.

Certo è, che le italiane in Europa quest’anno non hanno ripetuto il percorso ottimale dell’anno precedente. Salvo Inter e Napoli che meritavano la qualificazione agli ottavi, la Juventus che cade a Madrid, nello stadio che ospiterà la loro tanto ambita finale, in attesa del ritorno del 12 Marzo. E la Roma che esce immeritatamente contro un Porto che ha avuto fin troppa fortuna tra i gironi più che alla portata e un gol a Roma segnato grazie ad un rimpallo, e un ritorno in casa graziato dal Var.

Chi critica la squadra di Di Francesco non ha visto la partita di ieri sera. Oltre ad un sacrificio mostruoso e una sfortuna eclatante che ha fatto uscire dal campo De Rossi (autore del gol su rigore del momentaneo 1-1) e di Pellegrini nel primo tempo supplementare. C’è da tenere conto della prestazione ottimale anche a livello fisico, ma anche delle occasioni sciupate da Dzeko prima, Perotti poi. Oltre che un rigore concesso ai padroni di casa molto discutibile (il contatto c’è stato, ma in fuorigioco) e nell’altra metà campo un rigore senza nemmeno l’ausilio del Var su contatto molto dubbio su Patrick Schick in area al 121’.

Forse in Europa non sono ancora pronti ad avere la Var. E’ uno strumento che deve essere introdotto con i tempi giusti. E soprattutto chi lo usa, deve sapere come farne buon uso altrimenti non ha senso averlo a disposizione. A maggior ragione in campo internazionale dove il ritmo di gioco è anche più veloce.

Capitolo a parte poi riguardante le norme che ne regolano l’utilizzo. E forse su questo c’era da dare ragione al nostro vecchio mister Maurizio Sarri che affermò “non mi fa paura il Var,  ma chi è nella cabina”. Riferendosi al fatto che l’occhio umano pure a rallentatore doveva essere aiutato dalla tecnologia, mentre ora come ora non è così.

C’è da meditarci su, e trovare al più presto una soluzione per rendere il gioco più fluido, altrimenti si renderà il gioco più bello del mondo una farsa. Proprio come abbiamo potuto notare sulla nostra pelle Domenica sera…

 

Matteo Sorrentino

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