“Prima Napoli Poi il Napoli”. I napoletani lascino perdere i “razzisti” e si riprendano la città

Chi canta cori discriminatori dagli spalti di uno stadio ha un problema molto semplice: è ignorante. I napoletani, o almeno una buona parte di essi, sono invece ironici. Siano superiori e impieghino la loro passione nelle dinamiche civili e politiche che riguardano la città. Napoli ne ha tremendamente bisogno

Bisogna essere chiari, gli episodi di razzismo che hanno luogo sugli spalti degli stadi di calcio vanno condannati senza se e senza ma. Sono gesti non giustificabili, intollerabili e che andrebbero puniti. Ma la questione non ha una valenza discriminatoria. Non vi è un reale odio dell’altro solo perché originario di un altro luogo. In questo caso, il razzismo, è motivato da un deficit antropologico che vede la nostra cultura del tifo meno evoluta rispetto a quella di alcuni paesi europei. Tralasciando il fatto che la rivalità sportiva c’è e ci sarà sempre, i cori urlati contro Napoli per quanto siano scorretti e di cattivo gusto, sono frutto della stupida voglia di fare uno squallido “sfottò” nei confronti dei napoletani.

Ma se un pò di anni fa la risposta del popolo partenopeo è stata uno striscione che è rimasto nella storia mondiale del calcio (“Giulietta è na zoccola” giusto per ricordarlo), oggi la reazione della gente sta esplodendo sotto forma di acuto vittimismo. E la cosa più grave che questo sentimento, dettato dalle forti emozioni che prova per natura il napoletano, è costantemente strumentalizzato, dai media e dalla politica. I giornalisti – non tutti – sono sempre pronti a seguire il vento per schierarsi dove è più conveniente; i politici – parecchi – aizzano la folla per acquisirne il consenso.

Eppure, i napoletani dovrebbero essere più astuti. La furbizia è, oppure no, un’altra caratteristica importante dei partenopei. Non per forza la cazzimma, ma di fatto il napoletano è riconosciuto come una persona scaltra. E sapete questo da che dipende? Dal fatto che il napoletano ogni giorno conduce una battaglia per affrontare la quotidianità, per poi consolarsi con la vista del lungomare, con una passeggiata tra i vicoli della città o mangiando in una delle piazze più belle del centro storico.

Sono cose che il napoletano non deve dimenticare. Per questo, invece di dare importanza a qualche branco di ignoranti, potrebbe organizzarsi in comitati civici: da una parte i “borghesi” che dovrebbero iniziare di nuovo a sporcarsi le scarpe nelle “saettelle” e dall’altro il popolo, organizzato e fiero che combatte per il rispetto dei servizi pubblici della città. È inconcepibile che Napoli non abbia un trasporto pubblico funzionante, strade intere, cantieri che chiudano nei tempi stabiliti, pulizia e decoro. Ai napoletani tutto questo non può andare bene, soprattutto a quelli che pagano le tasse senza avere nessun ritorno.

È un male, da una parte il fatto che non ci sia una classe imprenditoriale capace di investire bene e sul territorio, dall’altro che non ci sia alcun sostegno alle imprese disposte a farlo. È un male che non ci sia un’adeguata classe dirigente. Soprattutto dal punto di vista politico. Ecco i napoletani, e questa volta mi riferisco a tutti i cittadini napoletani, dovrebbero ribellarsi e mobilitarsi per tutto questo. Solo così potrà esserci una reale speranza per la città. Napoli ha bisogno di una sveglia, a quel punto i cattivi li urlino pure i cori razzisti. A noi napoletani non ce ne fregherà più nulla.

Andrea Aversa

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