Più identità o nessuna identità? – Di Nicola Licciardiello

Nelle ultime due partite contro Fiorentina e Stella Rossa il taglio col passato operato da Ancelotti è stato netto e tante sono state le novità introdotte. Si è cambiato modulo, atteggiamento e la posizione di alcuni giocatori chiave.

Il passaggio al 4-4-2 ha portato cambiamenti sia per la fase difensiva che per quella offensiva. In difesa il nuovo modulo ha permesso di avere maggiore compattezza e infatti sia contro la Fiorentina che contro la Stella Rossa si è sofferto davvero poco. Ma come ogni allenatore tiene a sottolineare la differenza è data dall’atteggiamento: si è passati a difendere più bassi e con un pressing meno offensivo rispetto al passato riuscendo però a rimanere più vicini e più ordinati.
In attacco invece la rottura col passato è stata quella di spostare Insigne al centro tra le linee in alternanza o vicino a Mertens o a Milik. Lorenzo se l’è cavata abbastanza bene riuscendo a ricevere spesso palla risultando forse il calciatore più pericoloso. Finora però questo sistema offensivo sembra aver penalizzato gli altri attaccanti: Milik e soprattutto Mertens non sono sembrati a proprio agio con Insigne nelle loro immediate vicinanze.

I due esterni di centrocampo sono Zielinski a sinistra e Callejon a destra. Lo spagnolo resta quasi sempre largo e il suo modo di giocare non si differenzia molto dal passato. Il polacco invece parte spesso dall’esterno per accentrarsi in modo deciso finendo quasi per diventare una seconda punta. Questo apre uno spazio importante per Mario Rui che deve partecipare tanto alla fase offensiva proponendosi continuamente. L’apporto qualitativo del terzino portoghese però non è entusiasmante e non rappresenta al momento un’arma in grado di spaventare gli avversari. Ben diversamente potrebbe approfittare di questa situazione Ghoulam che sfruttando lo spazio libero potrebbe rendersi davvero pericoloso rappresentando una soluzione fondamentale per il gioco offensivo del Napoli con i suoi cross soprattutto per Milik.

Il ritorno prossimo del franco-algerino, sperando che acquisti quanto prima la forma migliore, potrebbe essere una svolta nella stagione del Napoli. Infatti fino a questo momento i terzini a disposizione di Ancelotti non stanno dando quello di cui il Napoli avrebbe bisogno. Nel nuovo sistema di gioco essi sono chiamati a dare un importante contributo in attacco che però né Hysaj né Mario Rui stanno garantendo.

Tutti questi cambiamenti sono finalizzati allo scopo di dare al Napoli diverse identità. Infatti come ha spiegato Ancelotti in conferenza, la sua intenzione è quella di rendere la sua formazione poco leggibile agli avversari e capace di giocare in vari modi per poter di volta in volta scegliere la strategia ritenuta più adatta. Al momento però a dire il vero la squadra sembra ancora confusa e non pienamente padrona delle nuove situazioni di gioco.
Per questo motivo ci si interroga circa l’opportunità di apportare queste modifiche abbandonando un modo di giocare che tanti risultati aveva portato in passato e che sembrava più adatto alle caratteristiche dei calciatori in rosa. Difatti in sede di mercato magari si sarebbe potuto cedere qualche calciatore in più da sostituire con profili più adatti alle necessità di Ancelotti. Sarebbe probabilmente occorso maggiore coraggio ad esempio cedendo Hysaj per sostituirlo con un terzino più efficace offensivamente come Vrsaljko.

D’altro canto però è giusto che un allenatore scelga il modo (o i modi) di giocare che preferisce e che sente più idonei alla sua idee di calcio. Non si può certo chiedere ad un nuovo tecnico di scimmiottare quello precedente: alla lunga non sarebbe sicuramente produttivo.
L’appunto che si potrebbe muovere al mister emiliano è quello che magari prima di provare diversi sistemi di gioco, in una fase in cui la squadra sembra ancora spaesata, sarebbe meglio dare continuità ad un solo sistema per fornire nuove certezze per poi in un secondo momento aggiungere alternative di gioco.
Bisogna fare attenzione: per avere più identità si potrebbe rischiare di non averne alcuna.

Nicola Licciardiello

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