Perché il San Paolo è vuoto? Ecco i motivi

La fine di un campionato non era così attesa da tempo. In senso negativo purtroppo, non c’è mai stata partita, uno spiraglio o una speranza che potesse far credere alla riapertura della lotta per il titolo.

Questo ha fatto sì che ci sia stato un forte calo di presenze negli stadi italiani. Ieri sera per Napoli-Cagliari addirittura si credeva di battere il minimo stagionale avuto con il Sassuolo in Coppa Italia di 14mila presenze. Per fortuna è stato evitato anche questo record negativo con la presenza di 16mila persone, grazie soprattutto ai tagliandi omaggio degli Sponsor.

Ma quali sono le cause di questo distacco dal San Paolo? Abbiamo analizzato i cinque motivi principali.

• Il rapporto tra società e tifoseria: Dopo il gesto della maglia della settimana scorsa a Frosinone, era inevitabile una ulteriore contestazione. In special modo dalle curve, che ieri erano affollate solo dagli irriducibili. Totale distacco della piazza dovuto anche alle affermazioni di Ancelotti che hanno stroncato i desideri del calciomercato. Complice di questa rottura le prestazioni senza voglia nelle Coppe (vedi Milan e Arsenal). Come gli si può dare torto? Non c’è entusiasmo.

• L’entusiasmo si creava con il gioco, e qui troviamo la seconda motivazione. Infatti, con la brillantezza del collettivo, con i gol all’ultimo secondo si tratteneva il respiro fino al 90°. Quest’anno si è avuta questa sensazione contro Liverpool, PSG e Roma (moribonda) e niente più. L’arrivo di Ancelotti ha alimentato un fuoco di paglia, senza gioco, con continui cambi di formazione che non hanno portato i risultati sperati e ma solo la tensione di una piazza passata delle stelle alle stalle. Il condottiero europeo è stato annichilito dalla corazzata bianconera, e la domanda è: di chi è la colpa?

• Di notevole importanza è anche il fattore stadio: curve a parte, che non hanno fatto mai mancare il loro sostegno in casa e in trasferta, il San Paolo non è uno stadio adeguato a chi vuole gustarsi una partita di calcio dal vivo. E’ fatiscente, parcheggi inesistenti, urbanistica disastrosa e la cosa da capire dopo anni è: perché non c’è un collegamento ferroviario degno di nota? Non favorisce il tifoso questa situazione, ed ovviamente è più comodo vedere la partita a casa propria piuttosto che infilarsi in un girone infernale.

• Ad alimentare l’assenza di sostenitori è il fattore qualità-prezzo: se lo stadio non vale il biglietto perché fare questo sacrificio? La partita di ieri sera è emblematica. Curve a 30 euro. Non si vedeva dalla Champions una cosa simile. E in quel caso niente da recriminare vista l’imponenza del match, dell’atmosfera. E in quel caso è anche piacevole fare uno sforzo economico sapendo che ti aspetta un urlo di sessantamila persone da far tremare le gambe alla nota “Champions”. Con il Cagliari però questo non è giustificabile. Non c’è nemmeno una campagna di abbonamenti per bambini, almeno da far sì che i più piccoli possano sostenere i colori per cui tifano e riempire l’impianto con chi può portare solo gioia e armonia. C’è sempre il solito “ridotto” quasi come una forma di pietà, di costrizione, “tanto per”

• Ultimo fattore, determinante quanto i precedenti, è la Serie A. Non c’è agonismo, sembra un campionato di provincia. Le prime due posizioni sono state blindate, e nel caso degli azzurri non può che farci piacere, ma un distacco simile è impietoso. I tifosi del Napoli si vedono in un limbo. Con l’impossibilità di raggiungere il primato e l’incapacità delle concorrenti di pensare di avvicinarsi agli azzurri. Il colpo di grazia arriva quando poi vedono le squadre che si presentano al San Paolo. Anch’esse sicure della permanenza nella lega, lì si vede uno spettacolo raccapricciante, non degno della massima serie italiana.

Purtroppo in questo periodo calcistico non ci sono spiragli per gli stadi, sempre più vuoti salvo le dovute eccezioni che ancora resistono all’assalto delle Pay-Tv. Per voi quali possono essere ulteriori fattori che compromettono la presenza di più tifosi negli stadi?

Matteo Sorrentino

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