No all’accredito, la partita vista dalla curva

È il giorno di Napoli-Juve, lo si capisce.

Mi affaccio dal balcone, vedo il San Paolo, si respira un’aria diversa e il parcheggio fuori al mio parco ritorna ad essere gremito di macchine.

Sono le 19.30 e decido di avviarmi verso il fortino di Fuorigrotta.

Solita birra e frittatina scaramantica e si entra.

C’è molta gente, non so se è un bene pensavo.

Prima dell’inizio de match appresi che la curva B nei primi 45′ aveva deciso di protestare contro il presidente.

Una decisione molto azzardata ma giusta e studiata in modo da attirare gli occhi dei mass media in una partita che conta poco.

I motivi della protesta sono tanti, il primo è la questione mini abbonamenti.

Infatti ADL ha messo in vendita i mini abbonamenti con 7 partite a 98€, 14 euro a partita su per giù.

Grande offerta e grande aiuto per una fetta di tifosi.

Solo una parte si, perché per usufruire di questa promozione bisogna aderire alla tessere del tifoso e il cuore pulsante del tifo partenopeo, la curva B è contro questa direttiva.

Tanti i cori contro Adl nel primo tempo e come se non bastasse anche fischiati da chi si accontenta del 2 posto e della qualificazione in Champions, le tribune e i distinti.

Così nel primo tempo tra un messaggio a casa per sapere se Meret ha realmente toccato Ronaldo ed il palo di Zielinski c’é il raddoppio juventino.

Finita la prima parte di gara, tra una Sambuca e l’altra inizia il secondo tempo.

La B diventa una bolgia.

Entrano in azione anche le bandiere e i tamburi.

Ora si sostiene la squadra.

L’espulsione di Pjanic dá una scossa all’ambiente.

Tra un “Segna per noi” e “Io della maglia azzurra so’ innamorato” Callejón restituisce speranze per un pareggio al popolo “081”.

Il Napoli domina, in campo e fuori, questo è quello che si vede dalla curva.

All’82’ su cross di un eccellente Fabián, Alex Sandro la colpisce col braccio.

Rocchi decide di andare al var e tra una preghiera e uno sguardo al cielo Rocchi indica il dischetto nell’area bianconera.

Il pallone pesa un macigno, va il capitano.

Chi non osa non sbaglia, si prende la responsabilità da vero leader, colpisce il palo e Rocchi fischia.

Si salutano i ragazzi nel solito modo perché noi siamo quelli de “Al di là del risultato”.

Si torna a casa e tra un’ occhiata a Facebook e Instagram leggo insulti contro Insigne, Malcuit e la squadra da chi non ama il Napoli ovviamente.

C’è una bandiera in curva che dice:”Sempre presenti per i nostri sentimenti”.

Ecco cosa vuol dire vivere la Curva, per parlare delle cose bisogna viverle in prima persona.

Napoli sono loro, il resto è noia.

Gennaro Del Vecchio

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