Nel Napoli che vorrei…Facundo Pellistri

Quest’oggi siamo ritornati con la nostra solita rubrica dei giovani talenti che un giorno vedrei bene con la maglia azzurra. Siamo stati in Argentina per parlarvi di Thiago Almada, in Francia per Rayan Cherki, nella nostra Italia per il gioiello albiceleste di proprietà del Bologna Nico Dominguez e in Spagna per parlarvi del nuovo “Iniesta” Pedri.
Inoltre abbiamo anche dedicato un lungo spazio a Ronaldo il “fenomeno” in quanto avrei visto benissimo a Napoli se non fosse stato fermato dai molteplici infortuni.
Questa volta prendiamo un aereo e andiamo in Sudamerica, più precisamente in Uruguay, terra a me cara. Questa nazione oltre a sfornare calciatori propensi al sacrificio e alla lotta con la cosiddetta garra charrùa, ha sempre regalato all’Europa calciatori di talento immenso come Suarez, Cavani, Forlan e potremmo continuare così all’infinito.
Questa volta è il turno del classe 2001 di proprietà del Peñarol, Facundo Pellistri.
L’uruguagio nasce a Montevideo nel Dicembre del 2001, cresce con il pallone tra i piedi tanto che a 4 anni inizia a giocare nella scuola calcio La Picada per poi passare al River ed ora alla squadra “aurinegra”.
È cresciuto in fretta ma anche bene facendo tutte le giovanili per poi fare il salto in prima squadra dove i suoi compagni lo hanno accolto con la solita rasatura della testa fatta dagli “anziani” del gruppo.
Facu, cosi chiamato dalla squadra, ha esordito tra i “grandi” nella giovane, giovanissima età di 16 anni dove ha poi totalizzato 25 presenze arricchite da 1 gol e 3 assist. 2 anni dopo ha avuto anche la fortuna di esordire in Copa Libertadores dimostrando a tutti il grande talento a disposizione.
Dopo poco divenne titolare inamovibile con la numero 10 sulle spalle. Carattere, qualità e tanto, tanto talento.
L’esterno uruguaiano promette veramente molto bene tanto che nella selecciòn uruguagia stanno iniziando a farci più di un pensiero. Pellistri è un giocatore molto rapido, fortissimo nell’uno contro uno dimostrando tanta personalità nell’andarsi a prendere il pallone da dietro per far partire l’azione offensiva.
È molto propenso al sacrificio, parola d’ordine di ogni uruguagio, dimostrando tanta disponibilità nella fase difensiva diventando molte volte anche il 5 di difesa o di centrocampo. Deve ancora crescere, molto, ma ha ampi margini di miglioramento.
Il suo punto debole? Il fisico.
Così come Pedri anche Facundo non dispone di un fisico possente in quanto è ancora molto fragile e soprattutto sotto porta non è un grande finalizzatore anche se poi si fa perdonare con assist al bacio per l’autore del gol.
Il suo nome è sul taccuino di molti top club, si è parlato di Barcellona, Arsenal, Boca Juniors ma anche Napoli. Il 10 del Peñarol lo vedrei benissimo a Napoli, un po’ come il parmigiano sul ragù per intenderci. L’ultima volta che un uruguagio si presentò ai piedi del Vesuvio sappiamo tutti come andò a finire, quindi chissà..nel calciomercato tutto è possibile.

Daniela Villani

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