Lettera a Marek Hamsik

Caro Marek, ecco che con un po’ di ritardo è arrivato anche per me il momento di farti il mio saluto, giusto con quel po’ di ritardo di chi ha avuto bisogno del suo tempo per realizzare che davvero quella di sabato è stata la tua ultima partita con la maglia azzurra, giusto il tempo di accettare che non erano solo voci (cosa che ho sperato fino all’ultimo), e che dunque stavi andando via da Napoli così, con uno schiocco di dita, tra lo stupore di tutti. Ebbene, “un vero e proprio colpo fitto al cuore”, queste sono le prime parole che mi sono venute da dire, e questo è cio che ho provato mentre i miei occhi lucidi leggevano le prime notizie sulla tua imminente ed improvvisa partenza. Tu non volevi fosse un addio, infatti mai lo sarà, perchè comunque andranno le cose, porterai sempre questa città nel tuo cuore e sentirai questa maglia come una seconda pelle, tu che hai dimostrato di onorarla e di amarla come pochi. Se si fosse saputo prima tutti ti avrebbero chiesto di restare e ci sarebbe stato uno stadio intero pronto ad acclamarti…ciò ti avrebbe reso la scelta ancora più difficile. È stato un “saluto nel tuo stile” e tipico della tua personalità…te ne sei andato così come arrivasti, in punta di piedi. Tra le tue priorità c’è sempre stata quella di voler dare tutto e di essere indispensabile per questa squadra, e quando forse ti è parso ciò non fosse più così magari avrai fatto le tue considerazioni…sicuramente ciò che hai sempre voluto era lasciare un buon ricordo di te ai tuoi tifosi, e puoi star certo che così è stato e sarebbe stato in ogni caso, perché tu non sei uno qualunque, tu sei Marekiaro. Chi ti ha sempre voluto bene non ha mai osato criticarti, così come chi è in grado di cogliere le tue preziose qualità di gioco. Tu mio immenso Capitano, tu con quel numero 17 stampato dietro, tu…grande uomo, dentro e fuori dal campo.

Ricordo di quando un giorno ho avuto la fortuna di poterti incontrare…ero riuscito ad ottenere un mezzo appuntamento con te all’uscita di scuola dei tuoi figli, che eri solito andare a prendere…quel giorno però arrivò tua moglie e non tu, ma fu presto disposta a farci strada fino a casa vostra, e fu così che lì finalmente ti potei abbracciare…e come posso dimenticare quando poi dopo, con la tua gentilezza e bontà d’animo di sempre, ti scusasti per la dimenticanza che avevi avuto nel non presentarti fuori scuola, come dimenticare la mia voce tremolante che ti ringraziava mentre ti davo un piccolo regalino.

“Più della provenienza, conta il senso d’appartenenza” non a caso ti fu dedicato questo striscione dalla curva, sei e sarai sempre uno di noi. La rimonta a Torino, il goal in finale di Coppa Italia, quella corsa fino al settore ospiti dopo il pareggio contro il Besiktas…tutto questo e tanto altro sarà storia da raccontare, ed io racconterò sempre di quel Napoletano nato per caso in Slovacchia.

Avrei voluto che il nostro sogno di vedere di nuovo quello scudetto cucito sul petto si fosse coronato con te, perché l’avresti meritato, ma purtroppo, vuoi per chi ci ritroviamo alla presidenza, vuoi per gli Agnelli, doveva andare così.

Io sono per il “Solo la Maglia”, ma a volte ci sono eccezioni e questo è il tuo caso, molto probabilmente sarai l’ultima bandiera di un calcio sempre più malato, e con sempre più mercenari. Non hai mai mostrato avidità, hai rifiutato negli anni le numerose offerte dei più importanti club. Hai scelto la Cina perché non avresti mai scelto nessuna altra squadra in Europa, il pensiero di giocare contro quella maglia azzurra non ti sarebbe andato giù ne sono certo. Tra poco partirai, ti auguro il meglio per questa tua nuova esperienza in Oriente. Sarà difficile abituarmi a non vedere più quella cresta in mezzo al campo, è stato impossibile non affezionarmi a te, lo sono da anni, e lo sarò per anni, perché calciatori e uomini come te non si dimenticano. Ti accoglieremo sempre a braccia aperte perché tra te e Napoli non ci sarà mai nessun addio. Ciao Capitano, Grazie di tutto!!

Raffaele Accetta

Start typing and press Enter to search