LE PARTITE PIÙ RISSOSE: SERBIA-ALBANIA, ATTIMI DI FOLLIA

LE PARTITE PIÙ RISSOSE: SERBIA-ALBANIA, ATTIMI DI FOLLIA

Benvenuti nel primo articolo di questa nuova focosa rubrica “Le partite più rissose”.

È il 14 ottobre del 2014. Si stanno svolgendo le qualificazioni Euro2016.

Si disputa a Belgrado una partita considerata già dapprima, per motivazioni politiche e sociali, ad alto rischio. Per questa ragione viene vietata la presenza ai tifosi Albanesi. Ciò però non basta ad evitare la nascita di un vero e prorpio scenario apocalittico, che vede coinvolti in pochi minuti calciatori, tifosi, collaboratori, un po’ tutti insomma. Il tutto sotto gli occhi di chi partecipa attivamente alla rissa e di chi ha la faccia di chi non ci sta capendo nulla.

•Cosè accaduto? Cosa significa quella bandiera?

Siamo al 41` quando l’arbitro interrompe il match per lancio di fumogeni in campo. Proprio in quegli attimi inizia a sorvolare un drone con appesa una bandiera nera. Ha una macchia rossa al centro, due volti e una scritta che rivendica l´autoctonia. È la bandiera della Grande Albania, che infatti raffigura un vasto territorio che comprende anche la regione del Kosovo, e alcune zone del Montenegro, della Macedonia e della Grecia. I volti sono quelli di Kemali e Boletini, i due volti più rappresentativi dell´indipendenza albanese.

Mitrovic, calciatore serbo, strappa la bandiera dal drone e proprio mentre la sta arrovigliando si scatena una guerra. Alcuni dei calciatori albanesi lo aggrediscono, ma mentre accade ciò fanno ingresso i tifosi serbi, prendendo parte alla rissa. Non mancano anche lanci di sedie e di bottiglie.

Dopo alcuni minuti tutti i calciatori albanesi decidono di abbandonare il campo di corsa, mentre subiscono numerosi lanci di oggetti, che neanche le forze dell´ordine riescono completamente a contenere.

Come sottofondo musicale di questo scenario c’è un coro che riecheggia in tutto lo stadio “Kosovo è Serbia”, con successivi cori di sostegno per Putin.

Tra i tifosi presenti in campo anche Ivan Bogdanov, chiamato “la bestia”, colui che creò momenti di tensione a Genova, nella partita Italia–Serbia, nel 2010.

•La sottovalutazione della Uefa

Il 17 febbraio 2008 Belgrado non ha riconosciuto l´indipendenza proclamata da Pristina, ciò ha inasprito ulteriormente i rapporti già tesi con Tirana. Inoltre non è da dimenticare la guerra del 1999 con la pulizia etnica e i bombardamenti. C’è da considerare che era la prima volta che le due nazionali si affrontavano su un campo di calcio, e molti si sono sorpresi del fatto che la Uefa non abbia agito per evitare di far capitare le nazionali all’interno dello stesso girone

In quelle ore per di più c’è stata una diffussione di notizie false da parte di un’agenzia serba (Tanjug), che ha sostenuto che il drone fosse stato pilotato da Orfi Rama, fratello del presidente albanese, presente in tribuna.

Il fratello del premier infatti sarebbe stato trattenuto per circa un’ora dalla polizia prima di essere stato rilasciato.

Quella notte ci sono stati più di 5 mila tifosi ad attendere la nazionale albanese a Tirana, i quali si sono complimentati con i propri calciatori.

Questo è stato il primo di una serie di racconti delle partite più accese, vi aspetto al prossimo appuntamento con un altro articolo “travolgente”.

Raffaele Accetta

Start typing and press Enter to search