“LA GRADA”, IL SETTORE DI FAALSI ULTRAS FINANZIATO DA FLORENTINO PEREZ.

Libertà, un termine dalle mille interpretazioni. Il vocabolo affonda le radici in molteplici contesti: politico, burocratico ed anche sociale. Semanticamente parlando il termine rinvierebbe all’ espressione dei propri diritti senza vincoli esterni alcuni, seppur nel rispetto della legge. Nonostante anni di lotte per la rivendicazione della giustizia, si assiste ancora oggi ad alcune manipolazioni da parte dei poteri alti, lo sport non è esente da tutto ciò. Florentino Perez, presidente del Real Madrid, nel 2013 ha abusato della sua posizione dirigenziale per incidere anche su questioni extra come quella del tifo. Conoscete gli “Ultras Sur”? probabilmente no; essi rappresentano un ex gruppo organizzato di supporters dei blancos, i quali a detta del patron spagnolo sarebbero risultati irrispettosi e pericolosi per la comunità, il che avrebbe indotto alla decisione di revocare tutti i loro abbonamenti nonostante il costante supporto dal lontano 1980. Il presidente successivamente creerà un settore chiamato “la grada” composto dai cosiddetti “fake ultras”, insomma dei tifosi ai quali verrà offerto un vero e proprio contratto con tanto di regole da rispettare: supportare la squadra per gli interi novanta minuti, abolire proteste nei confronti di arbitri e società ed evitare insulti razziali di ogni tipo. Sino a qui il codice comportamentale dettato da Florentino risulta ammirevole e coerente con le regole imposte dalla Lega spagnola, il problema però risiede alle fondamenta dell’edificio; il tifo è sinonimo di passione, veracità, emozione e dunque non è possibile far di esso un artificio, un qualcosa di programmato, i cui attori vengono praticamente giostrati dal loro dittatore. Una vera e propria messa in scena, uno spettacolo recitato a teatro, la cui massima rappresentazione è data dalla direttiva di indossare abiti completamente bianchi, come i colori del Real Madrid, in occasione di ogni singolo match. Oltre a tutto ciò vi starete interrogando su altre due questioni probabilmente: trasferte e violazione delle regole. La prima implica che il gruppo della “grada” in accordo con la società definisca tutte le condizioni per poter viaggiare, quali budget e mezzi di trasporto. Una volta approvati, la dirigenza provvederà a rifornire del necessario i “tifosi”; per quanto riguarda la seconda, il patron in caso di mancato rispetto delle regole, deciderà di sanzionare i colpevoli tramite il ritiro dell’abbonamento, in taluni casi anche il numero di assenze potrebbe compromettere la posizione all’interno del gruppo. Non venite a raccontare che questo modus operandi rispetta la libertà di ogni singolo tifoso, questo non è calcio, non è sport, non è vita, ma un film dell’orrore.

                                                                                                                     Renato Oliviero

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