KALIDOU KOULIBALY, IL GLOBALISMO E LA POLITICA CHE SE NE FREGA DELLE VITTIME DEL RAZZISMO

Cari amici della Sfera Cubica il nuovo anno inizia davvero male. E’ morto un tifoso e nessuno ne parla, i cori razzisti non hanno smesso di ululare negli stadi e il Boxing Day che doveva avvicinare le famiglie allo stadio, le ha fatte fuire

(ti avviso, l’articolo è lungo, quindi dedicaci tempo e riflessione soprattutto)

Bisogna fare molta attenzione a quello che si scrive in questi casi, ma una cosa con fermezza e fierezza dichiaro: “io non sono Koulibay e nemmeno un ultrà, ma sono un essere umano che ha riflettuto molto e bene prima di scrivere questo editoriale di inizio anno.

Perché se non l’avete capito, la sfera cubica è ancora in movimento e da queste vicende calcistiche di fine anno abbiamo raggiunto l’apoteosi del complotto.

Iniziamo dagli scontri dopo il big match di San Siro. La Digos napoletana aveva segnalato la presenza di un nutrito numero di tifosi partenopei in movimento alla Questura di Milano e nonostante questo, non si è riusciti ad intervenire in tempo per fermare gli scontri che hanno visto dei tifosi nerazzurri assalire dei VAN con all’interno i sostenitori azzurri.

Perché secondo voi nel 2019 riusciamo a prevenire gli attacchi terroristici e lo stesso corpo di Polizia che lavora in modo eccellente ed IMPECCABILE contro l’ISIS, in un giorno così attento alle famiglie ed allo sport, resta impreparato?

Se non conoscessi la storia della lotta al terrorismo in Italia, direi che dovremmo preoccuparci anche di subire attacchi restando inermi nei prossimi mesi. E invece so benissimo che non è così ed è per questo che il campo di battaglia allestito distante dallo stadio è stato in un certo senso voluto per negligenza delle forze di Polizia del Nord Italia.

C’è anche un audio diffuso dall’emittente Canale 21 che ha sovvertito la ricostruzione della Polizia Ambrogina perché secondo le dichiarazioni di un tifoso azzurro, l’attacco e la rissa sarebbero stati premeditati.

Esiste una cosa però che tutti abbiamo dimenticato con molta faciltà: è morta una persona investita da un VAN e ad oggi non sappiamo chi è stato, anzi, non se ne parla proprio. L’unica cosa che so, è che il tifoso morto era del Varese, fascista e soprattutto padre di due figli.

Ed ecco allora che il destino del facinoroso morto investito da un VAN si intreccia con la storia del povero ragazzo di colore Kalidou Koulibaly

Durante il match di Milano, per ben due volte si sentono fischi, o meglio ululati, indirizzati al nostro difensore più forte del Senegal, ma non dell’Africa secondo le classifiche delle ultime ore. Dei boati “scimmieschi” che mettono l’arbitro Mazzoleni dinanzi a una scelta: interrompere la partita, e non sospenderla, o continuare.

Mazzoleni, criticato giorni prima con parole al veleno da Aurelio de Laurentiis che hanno trovato una risposta altrettanto forte di Allegri, ha preferito continuare una gara arbitrata in modo pulito. E mentre tutti fischiavano, Kalidou non ce l’ha fatta a continuare ed ha applaudito il direttore di gara che l’ha ammonito, come da protocollo, per la seconda volta costandogli la permanenza in campo.

E mentre fuori si uccideva una persona, durante degli scontri deplorevoli, il calcio italiano ha iniziato a parlare di razzismo. Una manna dal cielo per Kalidou che si è catapultato nel gotha del calcio che conta con la solidarietà del mondo sportivo: da Ronaldo alla Roma che anni fa ha provato a difendere l’assassino di Ciro Esposito. Una passerella di giocatori afferenti al circuito FIFA – UEFA, di cui sono testimonial, che hanno espresso solidarietà al giocatore contro il razzismo. La solidarietà più importante però doveva arrivare non tanto dall’Inter(atto dovuto) ma da Asamoah, capitano nerazzurro di colore, che guarda caso non viene bersagliato dai suoi tifosi con gli stessi sfottò indirizzati al nostro amato gigante senegalese.

Da tifoso del Napoli non può che farmi piacere ovviamente e sono contento anche per il nostro difensore nonostante questo inizio di stagione sia stato in campo più sbadato degli anni precedenti.

Però, c’è sempre un però: perché questa solidarietà è cessata la stessa giornata successiva quando durante Lazio – Torino il calciatore granata Meitè è stato allontanato dal campo con gli stessi cori “razzisti” a fare da sfondo in un Olimpico biancoceleste notoriamente dedito al fascio nelle sue curve più estreme?

Perché nessuno ne ha parlato? Perché il razzismo c’entra poco in questa questione, o meglio, c’entra come da 30 anni a questa parte, ma non ha mai messo, salvo rare eccezioni, giocatori di colore nella condizione di applaudire un arbitro, farsi espellere, lasciare la propria squadra in dieci mettendola nella condizione di subire un goal decisivo nei minuti finali con una inferiorità numerica certamente determinante. Pochissimi i casi Kalidou nel calcio, soprattutto da parte di quelli che gli hanno manifestato la solidarietà (Maradona in primis)

Guardando il film degli eventi che sono derivati da parte sella società civile nelle ore e giorni successivi,capiamo chiaramente che i toni assunti da questa vicenda sono diversi e ve ne elenco alcuni:

Beppe Sala, Sindaco di Milano in quota pd, ha dedicato un post ai cori razzisti vergognandosene nella sua qualità da primo cittadino di San Siro, ma non ha espresso forte preoccupazione per la vicenda del tifoso morto sul suolo della città che lui amministra.

La Repubblica, giornale di proprietà della famiglia de Benedetti, notoriamente vicina al PD che finanzia tra l’altro, ha paragonato in prima pagina l’espulsione di Koulibaly alla vicenda di Mimmo Lucano: sindaco di Riace accusato di presunti reati consumati in favore del suo modello di integrazione dell’immigrazione, sponsorizzato dalla sinistra italiana e da quella internazionale.

Nessuna parola invece sul tifoso morto, se non quella che fosse un fascista. Nessuna parola sul tifoso morto dallo stesso Koulibaly che ha ricevuto tutti i riflettori su di sè per un evento che si ripete da anni e si è continuato a ripetere subito dopo la giornata successiva!

Ed ha sbagliato perché a parere mio il razzismo è una forma di violenza e la violenza va condannata TUTTA

Quello che ha mosso le coscienze della FIFA e dell’UEFA, che hanno praticamente confermato con un comunicato stampa l’agire correttamente delle Autorità Italiane dinanzi ad un protocollo antirazzista violato più volte nello stadio, e della massa critica italiana è stata solo ed esclusivamente la politica ed il suo livello superiore.

Cittadini pronti a farsi il selfie per Koulibaly, gli organismi internazionali hanno voluto manifestare in favore di un calciatore di colore perché da anni, se non lo sapete, una delle maggiori tratte della produzione dei nuovi schiavi la gestisce proprio la FIFA. Bilancio segreto fino a qualche anno fa, la Federazione Internazionale del Calcio ha da sempre deportato dall’Africa milioni di famiglie vendendo la speranza che in ogni nucleo ci fosse un Kalidou.

Su un milione di famiglie, solo pochi Koulibaly giocano ad altissimi livelli e quindi cosa accade?

Che fine fanno quelli che non ce l‘hanno fatta ad essere calciatori affermati?

Manovalanza a basso costo, insieme ai padri ai fratelli ed alle madri, oppure preda del terrorismo e della criminalità locale. Questo disegno politico si sposa benissimo con tutta la filosofia, che in questo momento scricchiola, della società globale, aperta, dove guarda caso il PD e la sinistra in generale con i suoi esponenti hanno portato avanti battaglie politiche su quel modello di Europa, che oggi vacilla ed attende con ansia le prossime elezioni per capire se continueremo ad avere una UE globalista oppure vireremo verso una Comunità Europea sovranista.

Adesso che hai letto tutto questo, dimostrabile con fatti e con storie facilmente reperibili in rete, sei sicuro che la movimentazione contro i buu di San Siro fosse antirazzista e non politica?

Io dubito seriamente sul sentiment a tutela delle razze, perché l’incoerenza nelle azioni successive e la strumentalizzazione politica di una certa area sono state così palesi che davvero solo a Napoli potevamo accogliere queste manifestazioni come solidarietà e non come mera strumentalizzazione politica. Nel frattempo è calato il silenzio su un decesso di cui ancora non si sa chi l’abbia materialmente procurato, pur vivendo in un’epoca dove oramai esistono telecamere dappertutto in grado di farti una colonscopia senza che tu te ne accorga.

E alle falde del Vesuvio, l’unica persona che ha dedicato un pensiero sulla vicenda del tifoso morto è certamente chi un figlio l’ha perso in questo modo, Antonella Leardi, ma è rimasta inascoltata perché anche la vita umana dinanzi a faccende ideologiche conta meno, soprattutto se si tratta della vita di un fascista.

Ed è giusto che sia così.

o forse no?

Una cosa è certa … dopo questa vicenda la sfera non solo è cubica, ma è più simile al cubo di Rubrik.

Alla prossima amici, occhi aperti !!!

Livio Varriale

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