Furto dei faretti, gesto squallido ma non facciamo di tutta un’erba un fascio

Quello che è accaduto nei bagni della curva A va condannato senza se e senza ma. Tuttavia, non è giusto infangare i tifosi che frequentano il settore. Sia individuato il responsabile

Nel codice penale italiano la responsabilità penale e civile è soggettiva. Questo vuol dire una cosa molto semplice: che ognuno di noi è responsabile delle proprie azioni. È evidente che questo concetto non è molto chiaro a tanti colleghi e opinionisti che si sono espressi oggi in merito al furto dei faretti all’interno dei servizi igienici della curva A.

Il fatto è vergognoso. Non è possibile che dentro una struttura appena rifatta e arricchita da nuovi servizi igienici, possa accadere una cosa del genere. Ma è altrettanto sbagliato rendere colpevoli tutti i tifosi napoletani che vanno nelle curve. O tutti quei tifosi che fanno parte dei gruppi ultrà.

L’unica cosa da fare è accelerare le indagini e cercare di risalire al colpevole o ai colpevoli. Individuarli, rintracciarli e punirli. Perché lo sfregio fatto al San Paolo ha causato un danno a tutti i cittadini napoletani. Tuttavia è giusto porsi alcune domande: ci sono telecamere? Quando è avvenuto il furto? Se la SSC Napoli è responsabile della gestione dell’impianto lo è anche della sua sicurezza?

Sono interrogativi legittimi le cui risposte possono aiutarci a trovare la giusta soluzione al problema. Soprattutto, possono essere utili per un’attenta e forte azione di prevenzione volta ad impedire che tali episodi possano accadere.

Andrea Aversa

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