Diego tranquillo sarà il tuo stadio, parola del prof

Oggi è facile, e purtroppo bello, dire che Lui è stato il dio del calcio, il più grande, il più forte. Non è cosi, non basta ora riempirsi la bocca di un elisir che molti non hanno ne’ conosciuto ne ‘ vissuto. Tutti a dire che era un uomo generoso, un grande, il più grande. Non è così. Chi non lo ha vissuto non sa : primum vivere deinde philosophari. Tutti ad osannare la sua grandezza , il suo genio , non è così perché sono gli stessi che lo hanno calpestato e crocifisso per i suoi continui errori, che sono stati tanti, ma era un altro modo per colpire non LUI, ma noi napoletani e la ns , per loro martoriata, per noi splendida Napoli ,che avevamo avuto la sfrontatezza di prendere il calciatore più grande e questo, per un popolo sottomesso, come ci considerano, non poteva essere. Ora scrivete , osannate, salite su questo carro che vi darà lustro e risonanza, lasciate a noi, che abbiamo prima vissuto e poi filosofato, di salire su un altro carro, tutto nero, trainato da cavalli neri, che ci dicono della fine di un uomo che , noi che l’ abbiamo non conosciuto, ma vissuto , possiamo definire il calciatore più grande. È la fine della storia dell’ arte pallonara che , al di là della retorica, appassiona milioni di appassionati. Peccato , peccato, non per quello che sei stato , ma per quello che non potrai più essere, ce la stavi mettendo tutta per dimostrare di essere oggi un uomo sano, libero dai suoi demoni, dai suoi vizi, dalle sue debolezze, e noi cominciavano a crederci perché non avevamo bisogno di te come il calciatore migliore, già lo eri, volevamo in te il migliore degli uomini, il migliore di tutti noi. Ecco cosa voglio celebrare, non il re dei re del pallone, ma l’ esempio di un uomo che voleva cambiare e diventare il migliore , non ne hai avuto il tempo. Ma questo sarà il ricordo che noi uomini veri avremo di Lui.

Salvatore Sabella

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