Benvenuto Maurizio Sarri “Sale e Pepe del calcio italiano”

Bentrovati amici della sfera cubica. Oggi parliamo di una vendetta servita fredda e che colpisce marginalmente anche i tifosi del Napoli. E’ quasi certo il passaggio di Maurizio Sarri alla Juve ed in città non si parla di altro da mesi. Inutile dire che Sarri sia stato il miglior allenatore del Napoli negli ultimi anni, nonostante non abbia vinto niente. Comunista con contratto sopra la media dei suoi compagni, ma sempre disposto a fare le battaglie contro un sistema che gli ha impedito di vincere lo scudetto.

Fanno sorridere le sue dichiarazioni in quel di Napoli, una su tutte “per avere un rigore bisogna avere le maglie a strisce”, e per questo fa rabbrividire la sua scelta.

Ma Sarri è stato chiaro, molto chiaro, andato via da Napoli già nel mese di dicembre con la trattativa in cantiere in quel di Londra, aveva avuto un no dalla società londinese sul suo staff. Solo due su 4 potevano fare le valigie con lui nella capitale inglese e questo ovviamente portò i due esclusi a spifferare tutto al presidente De Laurentiis.

Da lì sono nate tante questioni e polemiche a distanza sottoforma di frecciatine, ma Sarri, non curante degli inciuci, forte di un contratto in tasca, ha semplicemente corso avanti fino al Palazzo, allo scudetto che credeva di poter vincere nella città di Napoli, dando quel valore doppio a un tricolore sbiadito di bianconero da fin troppo tempo.

Inutile dire che ci siamo emozionati, abbiamo sognato, ma il tifoso del Napoli ha commesso un errore solito e continuo: ha creduto al personaggio Sarri. Maurizio l’aveva fatto capire che si sarebbe voluto arricchire e la strada l’ha trovata in quel di Londra con mesi di anticipo.

Il Sarrismo è nato dopo che il sottoscritto e altri cinque giornalisti dicevano di tenere in mano con le critiche perché il Napoli migliorava di partita in partita ed era evidente. Peccato però, che la stampa cittadina aveva fatto i debiti con Benitez, addirittura dal nulla nacque un portale approfittando della corrente Rafaelita. Una corrente che oggi rivendica il tradimento di Sarri, ma dovrebbe stare zitta per un unico motivo. Benitez andò al Real Madrid dove aveva un accordo con i Galacticos già da tre anni: quando sollevò gli ingaggi e fece fare cassa agli spagnoli con i grandi acquisti di Higuain, Albiol, Callejon. Infatti fu esonerato a dicembre e, nonostante questo, ottenne anche il premio produzione. La carriera di Benitez è stata molto discendente visto che oggi allena una squadra mediocre come il Newcastle.

Resterà sempre l’allenatore che ha vinto due trofei a Napoli, uno contro una Fiorentina a cui fu detto di non scendere in campo e un altro grazie alla parata di un portiere a cui ha distrutto la carriera per vendetta di una cessione del suo fido Reina. Tornato dal Bayern perché senza squadra e Quillon, procuratore di entrambi, risolse così il dare e avere con il presidente. Sarri ha vinto la Europa League quest’anno con una squadra fortissima rispetto alla media delle sfidanti nelle semifinali, Benitez non ci riuscì con un Napoli da 400 milioni di euro, infatti, perse contro il Dnipro da solo 90 milioni di euro e quell’anno in campionato si posizionò quinto. Un anno fallì anche l’accesso alla Champions contro lo scarso Bilbao.

Il rafaelismo è stata la pagina più brutta della storia di Napoli proprio perché nascondeva una violenza ideologica nei confronti dei dissidenti, mascherato da pseudointellettuali con pedigree da Black Block.

Anche Sarri a Napoli ha commesso qualche errore che fece comprendere che comunque fosse avvezzo a certe dinamiche “torbide”. Primo su tutti l’accordo con l’oscuro Reina che in un anno fu decisivo da solo nella lotta scudetto. L’inserimento di Gabriel in Udinese-Napoli, partita strategica per la lotta scudetto, era niente altro che una marchetta a Giuntoli, bisognoso di dare visibilità a uno dei suoi cocchi per poter fare movimentazioni di mercato l’anno successivo. E poi c’è un caso che tutti i tifosi ricorderanno e che rappresentava il campanello d’allarme sulla indole di Maurizio Sarri: Reina indagato, cacciato preventivamente da ADL, non ebbe modo di salutare lo stadio che per anni aveva preso in giro, fu questa la vera causa morale del mancato giro di campo di Maggio. Inutile dire che questo passaggio fu notato da tutti, così come fu notata l’esclusione di Hamsik dai giochi di potere dello spogliatoio sempre in favore di Reina che pretendeva la fascia di capitano e sollecitava spesso l’accondiscendente stampa sulla “presenza” di due capitani nel Napoli.

Ebbene, se la sfera cubica fosse esistita a quel tempo, vi avrei avvisato e invece vi hanno preso per i fondelli, ma voi ci siete cascati. 

Adesso veniamo alle considerazioni personali, Sarri ha lasciato Napoli per una squadra inglese, dove ha vinto quello che “non è riuscito a portare a Napoli”, dopo la firma con il Chelsea ADL lo ha stuzzicato con la sua solita arroganza sapendo che da contratto Maurizio non poteva fare dichiarazioni in merito all’esperienza napoletana. Poi ci si è messa la stampa di regime a descriverlo come traditore, ma alla fine diciamoci la verità:

Servire una vendetta con un trofeo europeo acquisito all’estero ed un contratto faraonico in una squadra nemica del presidente, che ti ha diffamato, e rispondere tutto d’un pezzo ad una stampa che ti ha fatto sempre la guerra sui tuoi modi, paragonandoti al passato, e mettendo in dubbio la tua capacità di interagire con livelli alti del calcio che contano, non ha prezzo.

Benvenuto Maurizio Sarri “Sale e Pepe del calcio italiano”

A proposito, Ronaldo gli ha detto sì, a Rafaele invece lo “pariava addosso”. La dice lunga questo.

Occhi aperti amici e pensiamo al Napoli, alla prossima.

Livio Varriale

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